Omicidio a coltellate, Federico scarcerato

Città di Castello, vizio procedurale: davanti al Riesame gli avvocati avevano sollevato un’eccezione tecnica che ha portato i giudici ad annullare l’ordinanza di custodia cautelare

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M.L. e L.P.

E’ stata annullata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Federico Bigotti dopo l’udienza del Riesame che si era tenuta martedì. I giudici hanno accolto un’eccezione dei difensori del giovane, indagato per l’omicidio della madre avvenuto nel casolare di famiglia, sulle colline di Città di Castello, lo scorso 28 dicembre.

Vizio procedurale Il motivo alla base dell’annullamento è la mancata trasmissione di alcuni atti alla base del provvedimento, in particolare alcune testimonianze rese da partenti e amici il giorno della morte di Anna Maria, ovvero entro i 5 giorni dalla ricezione dell’avviso come previsto dall’articolo 309 comma 5 del codice di procedura penale. Una finalità di garanzia del diritto di difesa si legge nel documento, per cui è previsto l’obbligo per il PM di trasmettere gli atti favorevoli all’indagato che, una volta depositati, devono essere notificati al difensore che ha diritto di visionarli e di estrarne copia. Nel caso in questione, pervenuta la richiesta di riesame della difesa, la cancelleria ha richiesto gli atti al Pm il 5 gennaio, atti che sono stati trasmessi dall’autorità giudiziaria tre giorni dopo, l’8 gennaio, ma tra i quali mancavano i verbali di sommarie informazioni di cui sopra.

Inefficacia La mancata trasmissione dei verbali, dunque, produce la perdita di efficacia dell’ordinanza ed il Tribunale di Perugia, composto dal presidente Narducci e i giudici Verola e Semeraro, ha quindi disposto l’immediata scarcerazione di Federico Bigotti, dichiarando l’inefficacia dell’ordinanza applicativa della misura della custodia in carcere emessa dal Gip lo scorso 2 gennaio.

I difensori Oltre a sollevare l’eccezione tecnica che ha portato ad annullare l’ordinanza di custodia cautelare, nell’udienza davanti al tribunale del Riesame che si è svolta ieri i suoi legali Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni avevano sostenuto la necessità di esplorare tutte le ipotesi riguardo alla morte di Anna Maria, vittima di un omicidio, sicuramente, ma di cui non si sa ancora chi è il colpevole.  Ancora non è certo se Federico, dunque, uscirà dal carcere o se la Procura emetterà un’altra ordinanza di custodia in carcere nei suoi confronti e, soprattutto, quando la emetterà. «Questa è una scelta della Procura – dichiara l’avvocato Bochicchio, soddisfatto per il provvedimento – ora vedremo se vorranno aspettare ulteriori accertamenti oppure no».

Ris Accertamenti che, di sicuro, verranno condotti mercoledì pomeriggio dai Ris che, attraverso la prova del luminol, torneranno sulla scena del crimine per trovare tracce di sangue e capire se davvero qualcuno ha ripulito la scena prima dell’arrivo degli inquirenti. Chiuso nel suo silenzio e in attesa di sapere se potrà lasciare Capanne, per l’avvocato «Federico deve uscire dal carcere perché siamo convinti che debba essere curato. Probabilmente la cella non è il luogo adatto, se uscirà chiederemo che sia preso in carico dal centro di salute mentale di Città di Castello». Già la psichiatra del carcere, infatti, aveva spedito nei giorni scorsi una nota al gip Giangamboni sulle condizioni di salute psichica del giovane e lo stesso giudice per le indagini preliminari aveva autorizzato ulteriori accertamenti da parte di un medico specializzato come richiesto dai legali.

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