Partecipate umbre: «Pochi controlli»

Giudizio di parificazione del rendiconto generale da parte della Corte dei Conti, c’è il via libera. Partecipate, grave crisi finanziaria per Umbria T.P.L.. Marini: «Conti in ordine»

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Via libera da parte della Corte dei Conti al rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2016. Lunedì mattina è arrivata la sentenza di parificazione del bilancio: fumata bianca per il quinto anno consecutivo nonostante le criticità rilevate dalla magistratura contabile soprattutto riguardo i debiti di Umbria T.P.L. e mobilità Spa.

Il bilancio Nella requisitoria del procuratore regionale Antonio Giuseppone si evidenzia come il rendiconto generale dell’esercizio 2016 della Regione Umbria evidenzia un risultato di amministrazione di circa 140 milioni di euro (circa 107 milioni di euro al 31.12.2015), dovuto ad una giacenza di cassa pari a circa 212 milioni di euro (al 01.01.2016 la giacenza di cassa era pari a circa 254 milioni di euro), residui attivi pari a circa 1.214 milioni di euro (praticamente in linea con il valore al 31.12.2015), residui passivi pari a circa 1.129 milioni di euro (circa 1.194 milioni di euro al 31.12.2015), un fondo pluriennale vincolato per spese correnti pari a circa 53 milioni di euro ed un fondo pluriennale vincolato per spese in conto capitale pari a circa 103 milioni di euro. La Corte rileva, però, «un incremento notevole della quota accantonata al fondo crediti di dubbia esigibilità, il cui valore è passato da circa 2 milioni di euro al 31.12.2015 a circa 27 milioni di euro al 31.12.2016». 

Partecipate Conti in regola, nessuna anticipazione di cassa e spesa sanitaria contenuta. C’è però, nei conti della Regione, un aspetto più critico di altri, quello che riguarda le partecipate su cui la Corte chiede, quest’anno come l’anno scorso, un maggior controllo. «Al fine di fornire un quadro complessivo della situazione finanziaria regionale  – prosegue Giuseppone – si evidenzia la necessità di intraprendere in maniera sempre più efficace il sistema dei controlli, oltre che un processo di consolidamento dei conti che rilevi anche quelli degli enti strumentali e delle società partecipate; l’adozione, infatti, di tale sistema è ritenuto, da questa Procura, di fondamentale importanza, aldilà (e non solo) dell’aspetto economico e dei risultati d’esercizio conseguiti da ogni singola società partecipata dalla Regione (in house e non)».

Sviluppumbria e Umbria T.P.L Con riferimento alla normativa, il Collegio dei revisori ha rilevato che talune società «non hanno fornito l’asseverazione con sottoscrizione del revisore». Per due società in particolare, Sviluppumbria s.p.a. ed Umbria T.P.L. e Mobilità s.p.a., inoltre, la corte rileva che «è pervenuta la sottoscrizione della nota da membri del collegio sindacale che non appare coerente con il disposto normativo», pertanto il Collegio dei revisori, con sottoscrizione del Presidente, «ha apposto la propria asseverazione alle sole note dei rapporti debito/credito asseverati dagli organi di revisione degli enti e delle società partecipate», dal momento che gli importi che non hanno trovato riconciliazione ammontano a complessivi euro 22.561.624,21 per cui, in virtù della loro consistenza, oltre che «della mancanza di asseverazione da parte dell’organo di revisione di molte delle stesse posizioni la valutazione dei rapporti debitori e creditori per tali poste non potrà che essere rinviata agli esiti, nel corso dell’esercizio 2017, della definizione di tali posizioni».

Crediti Permangono, anche quest’anno, le gravi criticità segnalate dalla Corte anche l’anno scorso, in relazione al bilancio del 2015 che, ancora oggi, risulta essere l’ultimo approvato dalla società Umbria T.P.L. e mobilità Spa. Come infatti già segnalato dal Collegio dei revisori «a fronte di un finanziamento concesso dalla Regione alla partecipata per complessivi 17 milioni di euro, che doveva essere restituito integralmente entro il 31.12.2013, la Regione medesima ha concesso dapprima due moratorie nel 2014, poi un’ulteriore moratoria nel 2015 – per tutte e tre le moratorie si prevedeva un rimborso in rate – ed, infine, un’ultima moratoria con la D.G.R. n. 339 del 31 marzo 2016, con la quale si prevede il rimborso in un’unica soluzione (in luogo della rateizzazione) al 31.12.2017».

Da approfondire «A fronte del credito vantato dalla Regione, quest’ultima ha continuato a versare nel corso del 2016 alla società Umbria TPL e Mobilità s.p.a. la somma di 4.803.049,20 euro (al netto dell’iva), quale corrispettivo per la gestione dell’infrastruttura ferroviaria. Ebbene, seguita a destare notevoli perplessità  – scrivono ancora i giudici della magistratura contabile – il comportamento seguito dalla Regione che, a fronte di una consistente anticipazione di liquidità nel 2013, per la quale ne è stata procrastinata la restituzione, continua a corrispondere annualmente ulteriori ingenti somme di denaro alla medesima società. Su questo aspetto la Procura si riserva le opportune, ed ulteriori, valutazioni di merito».

Debiti Complessa e articolata anche la questione dei crediti e debiti tra la Regione Umbria ed altri enti o società partecipate, da cui risulta che la società Gepafin dichiara crediti verso la Regione pari ad euro 5.926.233,03 a fronte di debiti della Regione conciliati per euro 1.936.904,09, Sviluppumbria dichiara debiti per euro 334.210,80, Umbria Digitale dichiara crediti verso la Regione per euro 3.165.487,87 che sono conciliati (come debiti) dalla Regione per euro 2.956.398,57, con una differenza pari ad euro 209.083,30. L’Adisu dichiara debiti per euro 56.932,71, che corrispondono ai crediti contabilizzati dalla Regione, e crediti per euro 20.097.769,94, che corrispondono anche essi ai debiti riconosciuti dalla Regione mentre l’Aur ne dichiara 21.982,38 euro mentre l’Ater, Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, dichiara crediti per euro 12.010.074,22, che sono conciliati come debiti dalla Regione per euro 8.452.037,55, con una differenza pari ad euro 3.558.036,67.

La Marini «La sentenza conferma ancora che la Regione Umbria ha i conti in ordine ed un bilancio sano e solido» ha affermato la presidente della Regione, Catiuscia Marini che ha partecipato all’udienza insieme all’assessore regionale Antonio Bartolini, ed a direttori e dirigenti dell’amministrazione regionale. «È il quinto anno consecutivo – ha sottolineato ancora Marini – che la Corte parifica il bilancio regionale, segno evidente della capacità della Regione di una gestione equilibrata dei conti e di razionalizzazione e contenimento della spesa. E non è un caso che la Regione Umbria sia ancora regione ‘benchmark’ per la spesa sanitaria. Significativo anche il fatto che vi sia una solidità di cassa di circa 221 milioni di euro e, anche per questo esercizio finanziario, non abbiamo fatto alcun ricorso ad anticipazioni di cassa». «La Corte ha anche sottolineato l’altissimo grado di realizzabilità (quasi il 100 per cento) degli obiettivi – prosegue la presidente Marini  – così come è stata rilevata la progressiva riduzione della spesa per il personale e di funzionamento dell’ente e l’aumento del recupero fiscale».

I rilievi Quanto ai rilievi fatti dalla Corte rispetto all’esercizio finanziario la presidente Marini ha sottolineato che «gli uffici dell’amministrazione regionale proseguiranno nell’azione di monitoraggio e controllo». «Mentre per ciò che riguarda le criticità segnalate riguardo ad Umbria Mobilità – ha aggiunto – rinnoverò il richiamo alla responsabilità ai soci pubblici (Comune di Perugia, Comune di Spoleto, Provincia di Perugia, tutti i Comuni della Provincia di Terni e la stessa Provincia di Terni) che non hanno operato la ricapitalizzazione di loro competenza, mentre come Regione abbiamo continuato ad operare con grande senso di responsabilità per garantire il fondamentale servizio del trasporto pubblico in Umbria». La presidente Marini ha infine rivolto il suo ringraziamento alla Corte «per il prezioso lavoro svolto». 

Le reazioni «Le criticità sono le stesse di ogni anno, compresa la gestione delle società partecipate che ammonta a 12 milioni di euro», è il commento di Marco Squarta, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale.  «Un capitolo importante è rappresentato dalle scatole cinesi dei dirigenti per i quali manca la valutazione. Qualcuno dovrà spiegare con quali criteri sono stati assegnati i premi di produzione. E sfogliando la relazione – sottolinea – sembrano pochissimi i margini di manovra, poiché risorse spendibili non ce ne sono e viene messo in dubbio il nuovo indebitamento». Dello stesso avviso anche il Movimento 5 stelle per cui la cerimonia «è stata un déja vù dei due anni precedenti, con la Corte dei Conti che ha sollevato tantissime gravi criticità all’amministrazione regionale sotto ogni aspetto, quasi invariate rispetto ai precedenti».

M5S «Il déja vù si è poi ripetuto anche al termine della cerimonia, con le sfacciate dichiarazioni della Presidente Marini, che ogni anno insiste a prendere in giro i cittadini pavoneggiandosi e ostentando dei presunti successi circa la ‘capacità della Regione di una gestione equilibrata dei conti, razionalizzazione e contenimento della spesa’, pescando qua e là singoli dati e costruendoci un quadro fantastico che non esiste ed è in netto contrasto con quanto scritto dalla Corte e che invitiamo i cittadini a leggere».

La Lega La Regione è bocciata anche per la Lega Nord secondo cui «gestione terremoto, sanità, personale, consulenze esterne, partecipate, Umbria Tpl e Mobilità: l’alunno ‘Regione Umbria’ è bocciato. Tante, forse troppe, le insufficienze nelle suddette materie che trovano fondamento nelle criticità espresse dalla Corte dei Conti nel Giudizio di parificazione del rendiconto generale. Le bacchettate dell’organo di revisione contabile confermano tutte le perplessità da sempre espresse dalla Lega Nord Umbria, dalla gestione delle principali voci di bilancio contenute nel Defr (documento economia e finanza), alla corrispondenza tra leggi ed atti approvati dall’Assemblea ed effettiva attuazione degli stessi (da un punto di vista pratico ed economico), dai ritardi accumulati nella ricostruzione post sisma, alla scarsa trasparenza perpetrata nei rapporti con le partecipate, in ultima quella con Umbria Tpl e Mobilità dove vengono riscontrate perdite complessive per 27,7 milioni: un deficit, che come più volte abbiamo avuto modo di mettere in risalto, è stato causato dalla mala gestione del servizio».

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