Più di cento interventi di soccorso tecnico di urgenza ed emergenza sanitaria. Stesso numero per le giornate in collaborazione con la Protezione civile regionale e nazionale per il supporto alle popolazioni colpite da emergenze nel 2017 (Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, in particolar modo quella legata alla tragedia del Rigopiano) e migliaia di ore/uomo di attività tra missioni di soccorso e attività formative-esercitative con spirito volontaristico: questo il bilancio – in estrema sintesi – del Soccorso alpino e speleologico Umbria nell’anno concluso da poco.
IL SASU NEL 2017: OLTRE CENTO INTERVENTI, IL RACCONTO IN UN MINUTO E MEZZO – VIDEO
L’attività Gli scenari d’intervento che vedono operare i tecnici del Sasu, servizio regionale del Corpo nazionale Soccorso alpino e Speleologico (Cnsas) sono vari: alpinismo, escursionismo, attività sportive e professionali in ambiente impervio ed ostile, ma anche ricerca di persone disperse e soccorso alla popolazione residente. «Per garantire – specifica il Sasu – un elevato standard d’intervento tutti gli operatori del Sau devono sottoporsi ad un dettagliato piano formativo, che dopo le verifiche d’accesso per entrare nel corpo, garantisce un iter costante di addestramento e formazione. L’organo deputato a questo compito sono le scuole nazionali del Cnsas regolamentate dalla legge 74/2001, ribadita anche nel decreto Madia del luglio 2017, al quale si riafferma con la suddetta legge anche il coordinamento degli interventi in ambiente impervio e ostile. Quella del tecnico del Soccorso alpino e speleologico è un’attività non retribuita, per la quale però viene richiesta un alta professionalità. Gli iter addestrativi a cui sono sottoposti infatti, sono dettati dai piani formativi delle scuole nazionali del Cnsas, in linea con i dettami sanciti dalla legge 74/2001». I tecnici impiegati sono stati 79.
La composizione e il lavoro attuale Una pedina fondamentale dell’operatività è il tecnico di elisoccorso, presente sempre presso la base di elisoccorso 118 di Fabriano. Il Sasu è composto da tre squadre: l’alpina, la speleo e la forre. «In questi giorni – prosegue il Sasu – sulle montagne regionali sono in corso numerosi eventi formativi e addestrativi che coinvolgeranno fino a domenica sia tecnici che sanitari, dalla formazione in grotta alla formazione alpina e forre: saranno concentrate per la maggiore nelle gole della Valnerina. In fine e non per ultima, perché non meno importante, la settimanale formazione delle unità cinofile sulle montagne ternane. Quella del Sasu è un’attività in continua evoluzione e approfittando del periodo di calma, sotto all’aspetto degli interventi di soccorso, gli uomini e le donne del Sasu si addestrano per garantire un servizio sempre efficiente e al servizio della comunità».