Perugia, acqua ‘salata’: costi più alti nel 2016

Tariffe in aumento in 38 comuni per circa 6 milioni di euro in 4 anni. Tra il 2008 e il 2014 la spesa media sostenuta dalle famiglie è salita ovunque

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Da Assisi a Massa Martana, da Città di Castello a Monte Santa Maria Tiberina passando per Umbertide, Sigillo, Marsciano e Deruta.

6 milioni Saranno 38 i comuni dellUmbria che si troveranno nella prossima bolletta dell’acqua un aumento che, dopo una lunga trattativa, è stato stabilito pari a 6 milioni di euro circa. Tutti comuni degli ambiti territoriali 1 e 2, cioè compresi tra Perugia e Città di Castello. E, alla fine, è arrivato anche il sì dell’assemblea degli Ati, presieduta dai sindaci Andrea Romizi e Luciano Bacchetta, che si era riunita per discutere il piano di investimenti proposto da Umbria Acque e l’aumento dei costi ad essi collegato. Circa un anno fa, infatti, la società mista pubblico privata che gestisce il servizio idrico aveva previsto un aumento della tariffa che sarebbe pesato, sui cittadini, per circa 12 milioni di euro in 4 anni, aumento che i sindaci sono riusciti a far praticamente dimezzare.

Aumenti costanti Tra il 2008 e il 2014 la spesa media sostenuta dalle famiglie umbre per il servizio idrico è aumentata ovunque. A Città di Castello e a Perugia l’incremento è stato dal 36 al 40% mentre, più in generale, negli ultimi sei anni il costo è lievitato anche del 58%, a Foligno ad esempio, e a Terni del 48%. In media, dunque, quest’anno, gli utenti di Perugia e Città di Castello e degli altri 36 comuni compresi nei due ambiti, si troveranno a spendere il 5,5% per cento in più circa, mentre dal 2019 scatterà l’invarianza fiscale.

Investimenti Alla base di questi aumenti gli investimenti che Umbra Acque ha assicurato su acquedotti e fognature, con un più 50% già partire dal 2016 in modo da iniziare a sistemare le perdite che sono il principale problema della rete umbra. Ma le grane non finiscono qui, secondo la consigliera del Movimento 5 stelle Cristina Rosetti ci sarebbero anche i problemi di adeguamento dei depuratori alle normative europee, reti colabrodo che portano a perdite del 50%, manutenzioni degli impianti neanche più in programma, guasti riparati in ritardo e che, come conseguenza, portano anche danni alle reti stradali cittadine.

Difficoltà finanziarie E così, prima e dopo il referendum sulla gestione pubblica del servizio, rimasto praticamente inascoltato, «gli utenti hanno continuato a pagare sulle bollette i costi degli investimenti programmati, pochi dei quali sono stati ad oggi realizzati». E se c’è ancora poca chiarezza sulle difficoltà finanziarie della partecipata che ha messo in difficoltà non pochi comuni, «l’unica cosa certa negli ultimi anni è stato l’aumento costante e nella misura massima consentita delle tariffe del servizio, con recuperi di tariffa per gli anni passati di milioni di euro a favore di Umbra Acque». Tutto questo, prosegue la Rosetti, «con la scusante di piani d’ambito ed economico-finanziari programmati in perdita, che per gli anni 2003-2011 hanno comportato recuperi di tariffa presenti nelle nostre bollette, per oltre 5 milioni e duecento mila euro, a cui si aggiungono altri 900.000 euro percepiti dal gestore direttamente dall’autorità d’ambito, per un totale di poco meno di 6 milioni di euro».

Interrogazione Ancora per la Rosetti «le similitudini con il servizio rifiuti sono evidenti: servizi sempre più cari, investimenti inadeguati o inesistenti, si pensi alle condizioni di obsolescenza degli impianti, profitto garantito per il privato a fronte di un rischio di impresa pari a zero. L’abbiamo sempre sostenuto e i dati lo dimostrano: su rifiuti e acqua non si può fare profitto se non a discapito della qualità del servizio e delle tasche dei cittadini». Mentre si è ancora in attesa di capire se e come l’Auri, la nuova autorità integrata per il servizio idrico e i rifiuti, riuscirà a livellare le tariffe, diverse fino ad oggi in ogni ambito, il gruppo dei 5 stelle in consiglio comunale ha già deciso di promuovere un’interrogazione alla giunta sui nuovi aumenti in bolletta.

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