Perugia, Bassetti: «Aumentano i poveri»

Il cardinale arcivescovo lancia l’allarme per «una società vecchia e immobile che non favorisce, in alcun modo, la valorizzazione dei talenti dei nostri giovani»

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«Il fenomeno povertà, a Perugia, è in costante crescita», a dirlo è l’Archidiocesi di Perugia Città della Pieve, a margine del convegno “’Poveri e ultimi tesoro vivente della Chiesa – Vincenzo de’ Paoli uomo della carità’. «Basti pensare che il ‘Rapporto sulle povertà 2016’ curato dall’Osservatorio diocesano della Caritas di Perugia, censisce 1.071 famiglie in serie difficoltà, diverse delle quali a causa della mancanza di lavoro o perché non riescono più ad arrivare alla fine del mese. Tra i dati forniti dall’assessore comunale Cicchi, che fanno non poco riflettere, ci sono i 900 minori in “difficoltà educativa” assistiti dall’ente, i 38.000 pasti erogati nell’ultimo anno anche in collaborazione con la Caritas diocesana, le 517 ‘borse lavoro’ attivate, utili a dare una spinta alla ripresa occupazionale, e i 1.600 alloggi di ‘edilizia residenziale sociale’ comunque non sufficienti a garantire il fabbisogno abitativo delle persone in difficoltà materiali».

Una ‘fotografia’ tragica Anche per richiamare l’attenzione su queste «povertà emergenti», il cardinale Bassetti ha incoraggiato e sostenuto la programmazione del convegno, sottolineando «una grande sapienza» nel suo titolo. «Una sapienza antica che si colloca alla base della civiltà giudaico-cristiana. Il cardinale Bassetti, nel porsi «due domande: cosa è la povertà? Chi sono i poveri?», ha sottolineato che «i poveri oggi assumono tantissimi volti: dai giovani alle donne senza lavoro; dai precari agli sfruttati; dalle famiglie agli anziani; dai migranti ai rifugiati», soffermandosi su uno a lui «particolarmente a cuore: quello dei giovani disoccupati e dei precari del nostro Paese. Purtroppo l’Italia è un Paese avaro di opportunità per le nuove generazioni e soprattutto è un Paese che non riesce a valorizzare i moltissimi talenti che sono presenti in tutta la penisola. Paradossalmente, l’Italia forma i giovani, li fa studiare, investe su di loro, ma poi ad un certo punto sembra abbandonarli. E molti di loro sono obbligati a lasciare il Paese dando vita ad una nuova e silenziosa forma di emigrazione, oppure sono costretti a vivere un’esistenza precaria fatta di espedienti e lavori sottopagati che, purtroppo, molto spesso li ‘blocca’ a casa dei propri genitori».

«Società vecchia e immobile» Purtroppo, ha messo in evidenza il cardinale Bassetti, «i nostri giovani non hanno le giuste opportunità per dimostrare il loro valore. Una mancanza di opportunità che intacca nel profondo la loro dignità di persone e che rende molto difficile il progetto di costruire una famiglia. Perché accade questo? I motivi sono estremamente complessi. Quello che però ho visto negli ultimi anni è lo sviluppo progressivo di una società sempre più vecchia e anche sempre più immobile. Vecchia non tanto per età, quanto per spirito. Uno spirito di corporazione e conservazione che tende a far sopravvivere consorterie e oligarchie, amicizie e spirito di clan. Una società vecchia e immobile che non favorisce, in alcun modo, la valorizzazione dei talenti dei nostri giovani. Dobbiamo impegnarci tutti quanti per superare questa stagnazione: per i nostri giovani, per l’Italia e per i poveri».

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