Perugia, c’è Fiore (FN): blocchi e bombe carta

Cinque esplosioni durante il suo discorso, ma il massiccio dispiegamento di forze ha impedito scontri. L’intervento: «Perugia ‘rossa’ e massonica: noi facciamo paura»

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Ci si saluta da ‘camerati’, si ricordano i ‘vecchi tempi’ e si aspetta Roberto Fiore che arriva a Perugia intorno alle 22 di martedì sera, con quasi un’ora di ritardo rispetto al programma, entrando nel rione Borgobello presidiato dalle forze dell’ordine: almeno 6 i posti di blocco, per impedire qualsiasi intrusione. Viale Roma è chiuso al traffico. Durante la serata, mentre Roberto Fiore parlava all’interno del circolo, si sono udite diverse esplosioni provenienti dall’interno del rione. Un po’ di tensione ma tutto è rimasto sotto controllo.

Fiore arringa la sala

I grandi temi Il fondatore di Forza Nuova nel suo intervento – preceduto dalla presentazione dei candidati alle prossime politiche – ha parlato dei grandi temi del movimento («Dio, patria e famiglia» lo slogan) ma soprattutto della persecuzione mediatica che a suo dire starebbe subendo Forza Nuova, frutto delle pressioni dei poteri forti, «che hanno paura del nostro successo negli strati sociali più indifesi». Ha spiegato con dovizia di particolari le differenze con CasaPound («loro accettano le unioni gay, noi no») e con altri esponenti del centrodestra («Salvini ha rubato molti nostri temi»). Passaggio anche sulla realtà perugina: «Territorio difficile, non solo perché è un bacino elettorale rosso ma anche perché è casa di poteri ‘grigi’ come la massoneria».

«Non siamo fascisti» «Se ci dicono che siamo fascisti sbagliano ma non querelo, se ci dicono che siamo nazisti o razzisti partono le querele», spiega Fiore alla fine della manifestazione. Il grande tema e quello e il leader di FN non si è sottratto al confronto. E poi, a proposito della mozione approvata dal consiglio regionale, ha tuonato: «Nemmeno quando il Movimento Sociale era fortissimo e il Partito Comunista era al 30%, si era arrivati a tanto, ad introdurre la possibilità di autorizzazioni preventive a delle manifestazioni. La nostra è un’associazione legale, candidata alle elezioni. Se qualcuno pensa il contrario, vada in tribunale e ci faccia sciogliere. Ma non prima».

Il circolo Forza Nuova

La mozione in Regione Il riferimento è alla mozione approvata nel pomeriggio in consiglio regionale (era stata annunciata da Attilio Solinas in piazza IV Novembre durante il presidio dopo i fatti di Ponte Felcino: chiede che tutti i Comuni dell’Umbria adottino specifici atti che dispongano l’obbligo di fornire una dichiarazione esplicita di rispetto della costituzione italiana e di ripudio del fascismo e del nazismo per ogni associazione che fa manifestazioni pubbliche. «Si evidenzia – dice Solinas – il riemergere di un fascismo, un neo fascismo militante, rappresentato da entità politiche come Casapound e Forza Nuova, che sono dirette e guidate da esponenti che hanno fatto parte, molti decenni fa, di organizzazioni che hanno compiuto azioni terroristiche, quali Ordine Nuovo e Terza Posizione, e per questo sono stati anche carcerati».

Il presidio antifascista di protesta alle scalette di Sant’Ercolano è stato sciolto circa un’ora prima dell’arrivo del numero uno di Forza Nuova in città, per l’inaugurazione della sede ‘Casa Forza Nuova’ di viale Roma. Una protesta, quella della ‘Perugia antifascista’, messa in atto contro quello che viene definito «un insulto intollerabile alla storia di questa città», a pochi passi dalla lapide del partigiano Mario Grecchi. Durante tutto il pomeriggio erano arrivate manifestazioni di dissenso all’inaugurazione.

Il presidio a Sant’Ercolano

Il volantino dei residenti «Ci sentiamo di inviare alle istituzioni locali e alla cittadinanza perugina un richiamo alla vocazione libera, civile e democratica su cui si regge il nostro paese – avevano scritto in un volantino che gira sui social i residenti di Borgobello – una vocazione che si è formata sul sacrificio e sull’impegno dei nostri nonni e che è stata trasmessa e mantenuta con coerenza dai nostri genitori e da loro a noi, nel rispetto di alcune semplici ma imprescindibili regole di convivenza su cui siamo cresciuti e ci siamo formati come cittadini. L’antifascismo è il principio cardine di questa convivenza. L’esistenza di associazione e soggetti politici in aperto contrasto con tale principio è a nostro avviso un vulnus a cui l’ordinamento statale dovrebbe porre rimedio con la massima solerzia. Questo quartiere si è caratterizzato negli ultimi anni come un luogo della cultura, della socialità, dell’apertura, della libertà. L’apertura, proprio qui, della sede di un movimento di dichiarata ispirazione fascista appare ai nostri occhi come uno sfregio».

«Fiore terrorista nero» Un comunicato appoggiato anche dal gruppo consiliare del PD: «La presenza di Roberto Fiore, padrino dell’inaugurazione, è per noi un ulteriore sfregio – scrivono i consiglieri Bori, Bistocchi e Mencaroni – terrorista nero, condannato per eversione, banda armata e associazione sovversiva come capo di Terza Posizione, dai cui ranghi è uscita una generazione di stragisti, assassini, rapinatori e sequestratori. Fuggito all’estero, protetto dai servizi segreti britannici, tornato nel 1999, dopo 19 anni di latitanza libero e ricco per uno strano connubio tra terrorismo nero e finanza. Da quel momento denunciato 240 volte in cinque anni per violenza; mai condannato perché, come ogni vero leader nero, lascia che a fare il lavoro sporco siano gli adepti. Per tutti questi motivi, per il rispetto del nostro passato, di quello che siamo oggi e per il senso di cittadinanza che vogliamo ci continui a contraddistinguere in futuro, ci associamo da consiglieri comunali e da perugini al richiamo alla vocazione libera, civile, democratica diramato dai cittadini del Borgobello a tutela non solo del loro quartiere, ma delle basi su cui poggia la nostra comunità».

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