Perugia, boom contagi: l’ospedale chiude l’assistenza esterna

Covid – Stop all’accesso per congiunti e caregiver nelle aree di degenza. I sindacati: «Situazione fuori controllo»

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Niente accesso ai congiunti ed ai caregiver nelle aree di degenza al ‘Santa Maria della Misericordia’. Queste le nuove misure restrittive decise dall’azienda ospedaliera di Perugia per i reparti non Covid-19 per l’aumento dei contagi, mentre nel contempo i sindacati parlano di una situazione «fuori controllo».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

L’ospedale di Perugia

Cosa cambia

Per i visitatori ed i congiunti l’accesso alle strutture sanitarie non è consentito: «Possibile consegnare – viene sottolineato – eventuali beni personali di prima necessità al personale infermieristico di reparto nella fascia oraria dalle 12 alle 13». Stesso discorso per i caregiver: «Potrà essere attentamente valutata da parte del medico specialista e del coordinatore infermieristico la presenza in alcuni reparti limitatamente ai casi di assoluta necessità e dopo aver effettuato un’analisi rischi-benefici. Nel caso venga eccezionalmente concesso l’accesso al caregiver, prima del rilascio del badge autorizzativo personale, verrrà sottoposto a test rapido antigenico da ripetersi con cadenza costante».

La posizione dei sindacati: «Fuori controllo»

In merito al  ‘Santa Maria della Misericordia’ sono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria a prendere posizione: «La situazione dell’ospedale di Perugia è di nuovo critica. Mentre autorevoli esponenti della maggioranza di governo regionale – scrivono Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Claudio Bendini insieme ai responsabili delle categorie di sanità Tatiana Cazzaniga (Fp Cgil), Luca Talevi (Fp Cgil) e Marco Cotone (Uil Fpl) – giocano al rimpallo delle responsabilità, il più grande nosocomio dell’Umbria è fuori controllo, servono immediatamente provvedimenti di emergenza. Il personale sanitario ci segnala quotidianamente casi di contagio Covid in reparti cosiddetti bianchi, mentre tornano le turnazioni infinite per mancanza di personale e le ambulanze si ammassano all’ingresso del pronto soccorso, è evidente che così non si può reggere oltre, ma, a quanto pare, l’unico provvedimento che la politica regionale sta discutendo è quello della chiusura delle scuole, scelta che crea un danno enorme alle famiglie (comprese quelle degli operatori della sanità) e soprattutto ai ragazzi. Serve invece un provvedimento immediato per i nostri ospedali, a partire da quello di Perugia, che metta in sicurezza personale e pazienti, e prevenga ulteriori focolai. La situazione – concludono – non è mai stata così grave».

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