Perugia, botte a cinesi: solidarietà e distinguo

Dopo l’aggressione ai due ragazzi, il Comune si esprime con una nota istituzionale e difende la città. La Marini scrive all’ambasciatore e parla apertamente di razzismo. Reazioni social

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Dopo l’aggressione a due ragazzi cinesi da parte di una banda di sei ragazzi italiani c’è ovviamente lo sdegno per l’episodio violento, ma ci sono anche le preoccupazioni per il fatto che ormai la comunità cinese, a Perugia e in Umbria (ma in generale un po’ ovunque), tiene in mano ampie fette di economia, gestendo locali e riempiendo, con larga maggioranza, l’Università per Stranieri di Perugia. Anche per questo la levata di scudi è stata pressoché unanime, pur con qualche distinguo.

Romizi e Marini

Il Comune: «Perugia non è questa» Nota istituzionale da Palazzo dei Priori, con la quale l’amministrazione comunale ha espresso «preoccupazione e rammarico» per quanto accaduto, ribadendo però che «Perugia è una città accogliente, in cui la comunità cinese si sta integrando sempre di più e meglio». Dal Comune fanno sapere che l’amministrazione contatterà i giovani aggrediti «per manifestare loro la solidarietà della città». Infine la promessa di monitorare la situazione con grande attenzione, «affinché episodi del genere non si verifichino più».

La Regione: «Preoccupazione e sdegno» Esprime «preoccupazione e sdegno» la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini per quello che definisce senza metti termini «episodio di violenza a sfondo razzistico». Il comunicato è firmato direttamente dalla presidente: «Si tratta di un fatto gravissimo – ha detto la Marini – e sarà mia cura scrivere una lettera di scuse all’ambasciatore cinese a Roma sottolineando che la comunità umbra, da sempre caratterizzata da spirito di accoglienza e solidarietà, intende prendere distanza da quanto accaduto, anche alla luce del fatto che Perugia, da decenni, ospita un grande numero di studenti cinesi iscritti ai corsi dell’Università per Stranieri. Ci tengo a ricordare che la comunità cinese presente in Umbria si caratterizza per il pieno rispetto e la fattiva laboriosità riscontrabile in tutte le imprese in cui opera e nel tessuto sociale in cui i cinesi vivono. Un motivo in più questo, per prendere distanza dall’episodio avvenuto a Perugia, messo in atto da alcuni ragazzi italiani».

La Cgil Il coordinamento immigrati della Cgil di Perugia esprime «preoccupazione e indignazione» sottolineando come questi fatti siano avvenuti a pochi giorni dal 21 marzo, giornata internazionale contro le discriminazioni. «Siamo preoccupati per il deterioramento del clima in una città come Perugia da sempre aperta alle integrazioni e alla convivenza tra culture diverse, sia grazie alla storica esperienza dell’Università per stranieri sia per la tradizione di pace e rispetto dei popoli che la caratterizza. I nuovi cittadini di Perugia sono preoccupati per questo clima e non vogliono che la città che hanno scelto per vivere e realizzare il loro progetto migratorio sia attraversata da intolleranza e discriminazioni». Fin qui il comunicato istituzionale ma sui social arrivano anche reazioni più colorite: «Ma i ‘cojonazzi’ di Perugia che hanno picchiato gli studenti cinesi solo perché, appunto, cinesi, lo sanno che il loro telefono è sicuramente cinese? Facciamo così mandiamoli in Cina un ventennio in fabbrica poi magari ce li ridanno rieducati perché a quanto pare noi non solo non li sappiamo fare i telefoni ma non sappiamo neanche educare i cojonazzi». Il post è di Stefania Cardinali.

Dai social «Un fatto agghiacciante – per la designer Sophie Persello – non si respira una buona aria, sento puzza di intolleranza, di fascismo latente che sembra essere legittimato dalla situazione politica generale: sono incazzatissima, rammaricata e delusa da una città che ho scelto tanti anni fa proprio perché si respirava un atmosfera cosmopolita dove gli studenti stranieri erano stati sempre ben accolti». Lo scrittore Nicola Mariuccini parla di «Effetti della campagna d’odio». Il docente universitario Claudio Santi sottolinea: «Che questo succeda a Perugia, città di Capitini e centro culturale italiano con le sue università e la prestigiosa università per gli Stranieri è una vergogna». E poi ricorda un nuovo episodio di intolleranza cui ha assistito lui stesso: «Signora in auto elegante con al fianco il bambino appena recuperato da scuola si attacca al clacson inveendo nei confronti di asiatici rei di attraversare sulle strisce pedonali, con frasi tipo musi gialli via dalle p…».

Mutuo Soccorso «Se non era per i ragazzi e le ragazze cinesi la nostra Università per Stranieri era già chiusa – ha scritto Primo Tenca su Facebook – sono iscritti alla nostra accademia, al conservatorio, riaprono tante attività, portano vita e reddito ad una città in grande crisi. Oltre che razzisti siete anche stupidi». Sempre dal ‘Mutuo soccorso’ scrive Vanni Capoccia che «Chiunque abbia vissuto a Perugia sa che è una città che ha sempre ospitato giovani italiani di altre città e stranieri. Cosa che fa di lei una città dell’incontro e, come la definì un Papa in visita, ‘del dialogo’. È per questo che lascia di sasso venire a sapere che due studenti cinesi (tra l’altro una risorsa per l’Università per stranieri che senza di loro chiuderebbe) sono stati aggrediti e minacciati nella piazzetta della Sinagoga. Quello che è successo dimostra che l’odio contro i ‘diversi’ si sta estendendo contro chiunque e non è limitato ai migranti, che vittime di quest’odio sono anche giovani che non solo non ‘rubano lavoro’ come pensano tanti intolleranti, ma addirittura lo portano, come ben sanno chi lavora alla Stranieri e gli affittacamere. La violenza contro i due giovani cinesi non è la semplice azione di qualche balordo, ma l’estrinsecazione di un sentimento di intolleranza contro gli altri. E sarebbe ora che i perugini s’interroghino su quello che la loro città (nota per essere, grazie a Capitini e alle sue istituzioni culturali, una città legata alla pace, al rispetto e alla conoscenza degli altri) sta diventando. Su quello che loro stanno diventando».

Da sinistra «Condanniamo senza appello l’ignobile aggressione ai danni di due giovani cittadini cinesi perpetrata da una banda di sei teppisti nel centro storico di Perugia»: questa la reazione del Partito Comunista. «Si tratta dell’ennesimo episodio di codardo squadrismo razzista frutto del clima di odio cieco creato ad arte da quelle forze politiche che fanno cinicamente leva sul conflitto italiano-straniero per deviare l’attenzione dai problemi reali derivanti dall’attacco ai diritti sociali e dal progressivo impoverimento delle classi popolari portati avanti dai governi di centro-destra e centro-sinistra negli ultimi decenni». Da Rifondazione Perugia, solidarietà alle vittime del razzismo espressa da Oscar Monaco: «Questo episodio ha dei chiari mandanti morali, rintracciabili in quei partiti che da anni seminano odio e intolleranza usando come bersaglio del proprio squadrismo verbale (e talvolta non solo verbale) i cittadini stranieri. Perugia, città da sempre aperta al mondo, che ha cresciuto generazioni di studenti stranieri grazie alla sua Università, non può macchiarsi di tanta infamia». Infine Potere al Popolo, per cui «tale episodio rappresenta l’ennesimo segnale della deriva violenta e razzista che sta colpendo il nostro territorio. La violenza fisica e verbale, alla cieca, oltretutto mossa da slogan e immaginari razzisti, non deve essere solo condannata ma deve farci interrogare sui suoi responsabili e le sue cause». Tutti i messaggi di solidarietà si chiudono con l’appello alle istituzioni (in particolare al sindaco Romizi) a prendere una posizione netta e compiere azioni di integrazione.

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