Perugia, Di Lorenzo: distilleria nella bufera

Diversi indagati per truffa ed emissioni oltre i limiti in atmosfera: chiuse le attività condotte dai carabinieri del Noe. La replica, sdegnata, dell’azienda

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Concluse le indagini preliminari del Noe, la procura della Repubblica di Perugia ha emesso le informazioni di garanzia nei confronti dei legali rappresentanti delle Distillerie Di Lorenzo di Ponte Valleceppi.

Contributi illeciti Le indagini si sono concentrate in primis sul reato di truffa aggravata. L’inchiesta – fanno sapere dal Noe di Perugia, coordinato dal capitano Francesco Motta – ha accertato che l’azienda aveva prodotto attestazioni false che certificavano l’utilizzo di impianti alimentati da fonti rinnovabili, ottenendo così gli incentivi previsti per la produzione di ‘energia verde’. Da gennaio 2013 a ottobre 2015 i contributi percepiti superano i 3,5 milioni di euro: per questo i militari hanno sequestrato denaro, polizze, conti deposito, quote societarie, terreni ed unità immobiliari.

Emissioni inquinanti I reati non riguardano solo la truffa. Un avviso di garanzia è stato emesso anche a carico dei responsabili tecnici, accusati di aver provocato, in dieci diverse occasioni tra il 2015 e il 2016, emissioni in atmosfera oltre i limiti consentiti, come accertato dai tecnici di Arpa Perugia a seguito del controllo del sistema di monitoraggio delle emissioni.

Precedenti in tribunale Due anni fa l’azienda di Ponte Valleceppi era stata condannata in sede penale per illeciti sversamenti nell’ambiente. Lo scorso settembre la distilleria aveva ricevuto parere positivo dal Tar Umbria in merito alla interruzione delle attività.

La replica La risposta dell’azienda arriva poche ore dopo la notizia della conclusione delle indagini preliminari: «La ‘Distillerie Di Lorenzo’ – si legge nella nota diffusa – respinge con forza le accuse formulate durante le indagini preliminari dalla procura della Repubblica di Perugia in merito ai reati di truffa aggravata e di inquinamento considerandole prive di fondamento. Per quanto riguarda l’ipotesi, e si sottolinea la parola ipotesi, mossa dai magistrati di una presunta frode ai danni del ‘gestore dei servizi energetici’, che ipotizza un’indebita percezione di contributo del GSE, questa teoria muove da un’erronea prospettiva tecnica che ha viziato la successiva determinazione. Nella fornitura di energia elettrica generata dall’impianto di biogas, che sfrutta la ‘digestione’ dei residui di lavorazione, in forza all’azienda da qualche anno, la società ‘Distillerie Di Lorenzo’ si è mossa sempre nel pieno rispetto delle regole e delle leggi vigenti. Per questo l’azienda ribadisce la propria estraneità a tutte le accuse ed è pronta a provarlo nelle opportune sedi».

«Nessun inquinamento» «Per quanto concerne il capo di imputazione di inquinamento – prosegue l’azienda – per aver provocato emissioni in atmosfera oltre i limiti consentiti, tra il 2015 e il 2016, la ‘Distillerie Di Lorenzo’ fa presente che detti superamenti erano stati già oggetto di una sentenza ‘civile’ da parte del Tar dell’Umbria nel settembre del 2016. In questa sentenza il Tribunale amministrativo regionale aveva condannato Arpa e Regione Umbria al pagamento delle spese legali (pari a 2 mila euro) e annullato il provvedimento di sospensione delle attività adottato in precedenza. Si ricorda, ancora una volta, che il contenzioso tra le amministrazioni e la storica società di Ponte Valleceppi era scaturito a seguito di brevissimi superamenti, in alcune fasce orarie, dei valori limite delle emissioni dovute a fattori esterni (micro interruzioni di energia elettrica da parte del gestore nazionale). Nonostante la media giornaliera di emissione fosse abbondantemente inferiore al limite imposto dall’amministrazione, era scattato il provvedimento di sospensione delle attività. Nella sua sentenza il Tar aveva anche stabilito che i micro superamenti ‘non creavano un pericolo concreto per la salute pubblica e per l’ambiente’. Per questa ragione la ‘Distilleria Di Lorenzo’ è stupita della scelta della procura di procedere, in sede penale, su un’ipotesi di reato già ampiamente dibattuta e chiarita».

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