Perugia: «Dobbiamo salvare la musica»

Una raccolta di firme contro l’ordinanza del comune che impone la sospensione di concerti il centro storico: «La città è di tutti»

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di L.P.

«Amministrare una comunità significa anche saper tutelare e custodire le esigenze di tutti». Parte da qui la riflessione di Vittoria Ferdinandi e Fabrizio Ciancaleoni, giovani imprenditori che gestisconoù uno dei punti di ritrovo per eccellenza dell’estate perugina.

Ordinanza Nei giorni scorsi, dopo alcuni esposti di residenti, lei e il suo staff si sono visti recapitare un’ordinanza che impone la sospensione di tutti i concerti e gli appuntamenti con musica dal vivo sino alla realizzazione di interventi necessari alla riduzione di rumorosità prodotta e alla verifica dell’adeguatezza degli stessi, come riportato nel documento firmato da Romizi. Vittoria ha sempre creduto nel centro storico perugino. Ci ha creduto sin dai tempi delle scuole superiori e poi ha portato questa passione all’università e nel lavoro. Laureata in filosofia, Vittoria, ha sempre vissuto il centro storico e la sua città. Lo ha fatto in prima persona, mettendoci la faccia e il suo impegno, prima con le associazioni studentesche e poi con quella fondata in ricordo di Paolo Vinti, Progetto Paul Beathens.

Il Giardino Poi l’esperienza di Umbria grida terra al Mercato coperto, con la convinzione che una città è viva e vissuta se sono i suoi cittadini, in primis, a riempirla di contenuti. In controtendenza rispetto a una città che abbandona il suo nucleo vitale per le comodità e il silenzio della periferia, Vittoria da qualche anno ha preso in gestione un piccolo giardino nascosto tra i palazzi di corso Garibaldi. Apre in estate e, quando Perugia dopo Umbria jazz si svuota e tutti vanno al mare, lei e la sua brigata preparano sfiziosi aperitivi, cene a base di prodotti del territorio, propone una selezione dei migliori vini locali e riesce a portare ‘in giardino’ musicisti e cantautori all’avanguardia.

Gli esposti Un modo semplice e sano di fare economia, creare un luogo di socialità per i perugini che rimangono in città anche d’estate e, soprattutto, di tener vivo un borgo altrimenti preda di spacciatori e degrado. Ma la sua ricetta, a quanto pare, non è piaciuta a tutti. Sicuramente non piace a quei residenti la cui finestra si affaccia proprio sul Giardino e che anche quando la musica si spegne, a mezzanotte, non sopportano il livello del chiacchiericcio di una città che vive anche oltre le otto di sera.

Vittoria Ferdinandi

Vittoria Ferdinandi

Raccolta firme «Esiste un’esigenza di quiete propria di molti residenti del centro storico, che senza dubbio va rispettata – afferma Vittoria Ferdinandi – ma di fronte alla quale non possono venir sistematicamente e di norma misconosciute le innumerevoli altre esigenze che sono espressione di tutti gli altri membri di una comunità». Al fianco dell’ esigenza di quiete esiste infatti l’esigenza di lavorare, di fare imprenditoria, esiste l’esigenza per chi fa musica ed arte di esprimersi di fronte ad un pubblico e di trovare degli spazi dove la loro arte sia retribuita, esiste l’esigenza per chi ha il dono di saper cucinare di trovare delle attività in cui farlo, esiste l’esigenza per chi ha il talento dell’accoglienza di avere di luoghi in cui esprimerlo, esiste l’esigenza per i produttori di vendere e affidare i propri prodotti a delle attività capaci di promuoverli, ed infine soprattutto esiste l’esigenza e il diritto delle persone di incontrarsi e di vivere i luoghi della propria città.

Rumore Il Giardino è soprattutto questo, «è un’attività che dà lavoro a 5 persone, tra cui un padre australiano disoccupato e uno Chef di altissimo livello che siamo riusciti a riportare in Italia, è un attività in cui vengono venduti e promossi i migliori prodotti del nostro territorio, in cui ogni sera viene fatta una proposta artistica,musicale e culturale che è il frutto della passione e dell’impegno economico e organizzativo di chi da anni sceglie di puntare sulla cultura e sulla qualità». E’ anche un luogo frequentato da tutti,famiglie, «ma si sa la vita produce un po’ di rumore, ed è proprio il rumore della vita che ormai da troppo tempo a Perugia viene messo a tacere dall’esigenza di quiete».

Le regole ci sono e vanno rispettate, su questo non ci sono dubbi. «Il problema – prosegue Vittoria – è che esistono delle regole che però sono a tutela solo di quest’ultima esigenza. Delle regole che, di fatto, non permettono neanche l’aggregazione perché i volumi prodotti da 40 persone che parlano sarebbero già al di sopra di quelli consentiti». Così nasce la raccolta firme, quella di quanti sono a sostegno di un po’ di ‘sano rumore’ che, nella vita di una città, fa solo bene. La proposta, dunque, è quella di mettersi d’accordo, venirsi incontro, trovare un compromesso che permetta a tutti di riposare ma anche di lavorare. «E’ arrivato il momento di fare uno sforzo, cittadini ed istituzioni insieme, per trovare quel “in medio stat virtus” che tuteli la quiete dei residenti, ma che finalmente , al di là delle ipocrisie, tuteli anche lo sforzo di chi continua ad investire nel centro storico».

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