Perugia, ecco Giunti: prime parole da Grifo

Bagno di folla per il neo allenatore del Perugia. La piazza gli dà fiducia

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Federico Giunti, su il sipario. Il neo tecnico del Grifo è stato presentato mercoledì pomeriggio all’interno della sala proiezioni del museo del Perugia Calcio: «Il ‘Curi’ mi è sempre rimasto – ha detto con un pizzico d’emozione – dentro e i tifosi mi hanno sempre sostenuto. Spero di poter ripagare tutti ottenendo buoni risultati».

LE PRIME PAROLE DI GIUNTI – IL VIDEO

Il Grifo mi ha fatto uomo «Sono molto contento di riabbracciare tutti quanti – ha detto l’ex centrocampista e ora tecnico dei biancorossi – il Perugia mi ha preso che ero un ragazzino, dai dilettanti, mi ha fatto crescere, mi ha fatto diventare uomo, regalandomi sei anni bellissimi qui e poi altri undici fra i professionisti. Devo essere solo grato a tutto l’ambiente perugino».

LE NUOVE MAGLIE – VIDEO

4-3-fantasia «Abbiamo condiviso subito con il presidente e con Roberto Goretti quella che è la mia idea di calcio, che si basa su una difesa a quattro e su un centrocampo a tre. Poi, davanti, decideremo se giocare col trequartista e due punte oppure con due uomini (stretti o larghi a seconda delle caratteristiche dell’avversario e del momento della gara) a supporto di un’unica punta».

Trequartista ruolo delicato «Il giocatore che gioca dietro le punte, nel caso decidessimo di giocare effettivamente così, deve essere capace di giocare tra le linee ma anche di creare la superiorità numerica sulle fasce. È un ruolo molto complicato, ma credo che in questa rosa ci sia qualcuno in grado di farlo». Ancora presto per parlarne, ma tutto lascia pensare che l’identikit sia quello di Guberti o di Buonaiuto, ma il sogno Diamanti non è tramontato.

Giunti 2.0 «Ormai nel calcio moderno si cercano giocatori polifunzionali, soprattutto a centrocampo, ma per il mio modo di vedere il calcio credo che davanti alla difesa ci serva soprattutto un costruttore di gioco anziché una ‘diga’». Un po’ quello che era Federico Giunti ai suoi tempi. Anche per la capacità di battere i calci piazzati, uno dei nei della scorsa stagione (anche se il mister, per rispetto di Bucchi, non ha voluto fare considerazioni sulla gestione precedente).

Si (ri)parte da Samuel Di Carmine sarà il punto fermo dell’attacco anche nella prossima stagione. E non è un caso che sia stato scelto – con Del Prete e Volta – come modello per la presentazione delle nuove maglie (molto apprezzate dai tanti tifosi presenti). «Samuel è il nostro capocannoniere, naturale si parta da lui – dice Giunti – poi vedremo se trovargli un’alternativa o un partner, a seconda si giochi con una o due punte». Dipenderà anche da come andrà il mercato.

L’identikit del bomber Santopadre in pratica ufficializza Frick, parlando di una scommessa su cui crede molto. Poco prima però Giunti aveva speso lodi per Alberto Cerri, lasciando intendere che il Perugia sia molto avanti anche su questo fronte: «A prima vista può sembrare un giocatore statico, invece, secondo me, ci si può lavorare e può diventare una punta mobile che si può adattare bene al mio modo di vedere il calcio».

I maestri in panchina «Galeone è quello che mi ha formato di più, però non posso non citare tanti altri. Novellino, Castagner, Mazzone, Zaccheroni, perfino Mircea Lucescu, che ho avuto nella mia esperienza turca e che mi ha insegnato la capacità che lui aveva di integrare più caratteristiche, più filosofie di calcio, in un’unica squadra. Fra i miei ex compagni, tanti dei quali sono diventati allenatori, mi piace tanto Max Allegri. Posso dire che lo invidio per la carriera che ha fatto. È cresciuto tantissimo, ha fatto la gavetta ed è arrivato a questi livelli col lavoro».

I complimenti da Macerata Piccolo fuori programma con la domanda di un giornalista di Macerata, arrivato a Perugia «per l’affetto nei confronti di Giunti», verso il quale si lancia in lodi sperticate, per il professionista, per l’allenatore e per l’uomo. Una presentazione di tutto rispetto, quasi una raccomandazione ai colleghi umbri di trattare col dovuto rispetto un personaggio che a Macerata «ha tenuto sempre la barra dritta», nonostante i grandi problemi di una stagione travagliata.

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