Roghi a Fontivegge: piromane o gang?

Perugia, indagano polizia e carabinieri. Segnalazioni parlano di persone incappucciate viste aggirarsi nel parcheggio. E non è detto siano stranieri

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Indagini a tappeto di polizia e carabinieri sugli incendi di auto in zona Fontivegge, che stanno provocando un vero allarme sociale nel quartiere a ridossso della stazione. Gli ultimi due casi risalgono alla notte scorsa in via Mario Angeloni, a Perugia: ormai siamo a 10 dall’inizio dell’anno.

La seconda auto incendiata dopo l’intervento

«Mentre ero in compagnia dei carabinieri, dove ci stavamo chiedendo chi potesse fare queste azioni e sul perché, e mentre i vigili del fuoco stavano spegnendo il suv in fiamme – racconta Alek Bormioli sulla pagina Facebook di ‘Progetto Fontivegge’ – il caso ha voluto che un signore corresse verso di noi, per segnalarci un’altra macchina in fiamme, nella stessa zona della macchina incendiata pochi giorni fa. C’erano state fatte delle promesse riguardanti la sicurezza a Fontivegge, ma i fatti parlano da sé»

Camicia: «Quartiere allo sbando, colpa di destra e sinistra»

«Da anni l’area è fuori controllo ed in mano a balordi e delinquenza organizzata – scrive Carmine Camicia – ci volevano azioni incisive e non carezze, bisognava rendere sicura il quartiere e non lasciare soli i cittadini. La sinistra di Locchi e Boccali ha contribuito a distruggere quel quartiere, l’attuale sindaco, non prendendo in considerazione una delibera approvata dal consiglio comunale, preferisce tenere chiusa la postazione a piazza del Bacio della polizia urbana. Insomma per Fontivegge ci vogliono azioni vere per contrastare la delinquenza che avanza e non amministratori deboli, indecisi».

Casa Pound: «Urge intervento militare»

«La moda degli ultimi giorni a Fontivegge. Incendiare auto in sosta lungo le strade del quartiere. Un quartiere che già puzza di bruciato tra degrado e spaccio. Finite le passerelle e i progetti di facciata resta il vuoto di un quartiere incontrollabile senza forze militari. L’intervento militare è necessario. Ora. Subito». Questa la posizione di Casa Pound Italia sull’argomento, divulgata attraverso un post sul profilo social ufficiale.

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