Perugia Pride Village, sensazioni fra gli stand

Resoconto di una passeggiata pomeridiana al Frontone. Il segretario Omphalos: «Ecco perché c’è ancora bisogno del Pride»

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Dopo il manifesto controverso, dopo le polemiche e il ritiro del patrocinio comunale, dopo la colorata parata di apertura, la Mezzanotte Arcobaleno, il sabato pomeriggio, ai Giardini del Frontone, il Perugia Pride Village riprende fiato, in attesa del party in programma a Ponte San Giovanni.

Perugia Pride VillageIl programma Gli stand hanno aperto alle 15 sotto un sole cocente e un’aria appiccicosa. Alle 17 c’era un incontro sulla gestazione per altri, promossa dalle famiglie arcobaleno. Alle 19 un aperitivo con musica live, alle 21 la proiezione di «Moonlight». Programma intenso anche di domenica: pomeriggio dedicato ai bambini con la merenda e giochi all’aperto, dibattito sulla laicità, aperitivo e spettacolo serale con l’elezione di Miss Drag Queen Umbria.

IMMAGINI DAL PRIDE – FOTOGALLERY

La passeggiata Le sensazioni raccolte in un’oretta – durante una passeggiata fra gli stand in un afoso sabato pomeriggio – non possono certo essere esaustive, ma le riportiamo così come le abbiamo vissute. A prima vista, il Pride Village non è diverso da qualsiasi altra manifestazione organizzata ai Giardini del Frontone: ragazzi che passeggiano, coppiette sulle panchine, bambini che giocano al pallone, signore attempate che si avviano in anticipo per accaparrarsi i posti migliori per la proiezione all’aperto.

Perugia Pride VillageL’aperitivo Intanto i più giovani chiacchierano e ridono in attesa che la band si sbrighi a montare gli strumenti e cominciare il concerto che deve fare da sottofondo all’aperitivo. Sorseggiano birra, assaggiano i piatti tipici preparati per l’occasione. C’è chi preferisce ordinare una pizza – «solo funghi, mi raccomando» – da gustarsi non appena avrà terminato di sistemare le bandiere col logo dell’associazione. Altri si lasciano tentare dai furgoncini con le immancabili crepes e i panini con porchetta. I più intraprendenti approfittano delle rosticcerie del corso Garibaldi.

Gli stand Molti stand sono allestiti da associazioni e attivisti. Ma c’è anche quello di artigianato e di prodotti fatti con materiali riciclati. Poi quello con i sex toys, dove una ragazza illustra a un ragazzo come si usano i preservativi femminili. Quelli per uomo, invece, vengono distribuiti gratuitamente all’ingresso, nell’ambito di una campagna informativa per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. C’è anche una mostra fotografica, con altri accostamenti col sacro che potrebbero far storcere il naso a qualcuno.

Perugia Pride VillageLe bandiere Le statue del Frontone sono coperte da drappi con i colori della bandiera arcobaleno, il cui significato viene spiegato con un cartello posto alla base: rosa sessualità, rosso vita, arancione salute, giallo luce del sole, verde natura, turchese magia, blu serenità, viola spirito. I colori della bandiera arcobaleno dovevano essere otto, sono rimasti in sei perché – si legge – a quel tempo reperire le stoffe era costoso e complicato. I bambini giocano a nascondino correndo fra le panchine e quando chiediamo ai genitori di farli spostare per evitare che entrino nell’obiettivo (pixelare i video è sempre complicato) ci ringraziano per la sensibilità: «Non tutti ci pensano».

L’INTERVISTA AL SEGRETARIO OMPHALOS

Il senso del Pride Sembra una sagra come tante. Verrebbe quasi da chiedersi che senso abbia ancora fare il Pride. Ce lo spiega il segretario di Omphalos Lorenzo Ermenegildi Zurlo: «Le nostre scelte sessuali sono private, certo, ma anche assolutamente pubbliche, quindi politiche. Tutto quello che facciamo ha ripercussioni su tutta la collettività. C’è ancora bisogno del Pride, purtroppo; nonostante i passi in avanti che abbiamo fatto di recente, la società non ha ancora fatto proprie del tutto l’integrazione della comunità Lgbti, siamo ancora testimoni di manifestazioni quotidiane di discriminazione. In Europa le nostre battaglie sono state abbracciate da esponenti politici trasversali, anche di destra, in Italia, invece, è un dato che storicamente sia la sinistra più vicina alle nostre rivendicazioni».

Perugia Pride VillageLa locandina controversa «Non credo ci sia nulla di cui pentirsi rispetto a quella nostra locandina – dice Zurlo – c’era l’intento di sollevare delle riflessioni, per esempio sul tema della laicità, purtroppo sono le reazioni ad essere state violente. Se si ritiene che quella locandina sia violenta o blasfema vuol dire che si ritiene ancora l’omosessualità come qualcosa di sbagliato e per questo può urtare l’accostamento con simboli religiosi. In realtà una drag queen, che costituisce una forma d’arte, non può e non deve essere considerata blasfema».

Le offese dalla macchina Lo ammettiamo: Zurlo non ci ha convinto del tutto. Né sul senso della provocazione né sull’utilità del Pride Village, nel 2017. Ma quando usciamo dai Giardini, tornando al parcheggio, lungo la strada che costeggia il parco passa un’auto azzurra: i ragazzi all’interno si affacciano e urlano frasi offensive («Froci de m…a»). Sicuramente è stata una ragazzata, complice i fumi dell’alcol e il forte caldo. E per questo non vale la pena enfatizzarla. Per fortuna nessuno li sente e se qualcuno li ha sentiti ha fatto bene ad ignorarli. Ma forse sì, ha ragione Lorenzo: c’è ancora bisogno del Pride.

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