Perugia, restauro ‘condiviso’ al Frontone

Entro un anno università, comune, cittadini e associazioni dovranno lavorare a un progetto di recupero di uno dei ‘luoghi del cuore’ Fai

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Slitta di un anno ma si allarga alla partecipazione della città la riqualificazione di uno dei ‘luoghi del cuore’ dei perugini: i giardini del Frontone.

La firma del protocollo

Il protocollo Mercoledì, a Palazzo dei Priori, è stato firmato il protocollo d’intesa tra i vari soggetti che avranno il compito di condividere le varie fasi progettuali di restauro e conservazione dell’area verde più amata della città. Un luogo da tempo in abbandono, che necessità di ulteriori cure dopo i contributi già destinati per mezzo dell’Art Bonus nel 2015, quando con 50 mila euro fu finanziato il restauro dell’arco e delle sei statue del teatro dell’Arcadia.

I giardini Classificato al 28esimo posto come ‘Luogo del cuore Fai 2017’ a livello nazionale, la riqualificazione del giardino di Borgo Bello passerà attraverso una progettazione condivisa del restauro non solo grazie al contributo e alle competenze dei più diversi soggetti, ma anche grazie ai suggerimenti dei cittadini. A firmare il protocollo, assieme al sindaco Romizi, anche il Magnifico Rettore dell’Università di Perugia Franco Moriconi, il direttore dell’Archivio di Stato Giovanna Gubbini, il capo delegazione Fai di Perugia Andrea Furbini, il tavolo delle associazioni rappresentato da Giancarlo Faina, la Soprintendente per l’Umbria Marica Mercalli e il direttore dell’Umbria institute Francesco Burzacca.

La palizzata in legno

Romizi «Vogliamo aprire un ragionamento ampio e condiviso sull’utilizzo dei giardini del Frontone –ha detto il Sindaco Romizi- e sulle varie ipotesi progettuali, dandogli l’attenzione che merita. Con la collaborazione dei cittadini e delle diverse realtà che abbiamo la fortuna di avere sul territorio, inauguriamo questo percorso verso una valorizzazione condivisa di questo grande patrimonio della città».

Il degrado dei giardini

Progettualità condivisa Mettendo quindi in campo competenze giuridiche, ambientali, progettuali, informatiche, scientifiche e di comunicazione, i diversi firmatari del protocollo lavoreranno a stretto contatto, per un anno, attraverso una cabina di regia con il compito di coordinare le attività di tutti i soggetti e di monitorare l’andamento del percorso e tavoli tecnici ai quali spetta predisporre le varie fasi di ricerca, studio e progettazione, partecipazione e comunicazione. La partecipazione della città si attuerà attraverso precise metodologie e specifici strumenti, come ad esempio, i punti di ascolto che apriranno l’Università e il Tavolo delle associazioni o il punto di accesso telematico per dare la possibilità ai perugini di fornire suggerimenti e indicazioni direttamente online.

 

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