Perugia: «Romizi lascia a piedi tutta Pretola»

Dopo la frana che ha lasciato chiusa la strada per mesi, con l’orario estivo, niente autobus fino alle 9,30 del mattino e dalle 12 alle 15. Mencaroni (Pd) all’attacco del sindaco

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Dista appena sei chilometri dal centro storico eppure, d’estate, rischia di diventare un paesino sperduto e lontano dalle principali vie di comunicazione.

(foto Stazioni del mondo)

E’ la frazione di Pretola, a due passi da Perugia e a metà strada tra Ponte San Giovanni e Ponte Valleceppi. Ora chi vive lì, come denuncia il capogruppo Pd in consiglio comunale Diego Mencaroni, sarà costretto a prendere la macchina in qualsiasi occasione dal momento che, con i nuovi orari estivi dei mezzi pubblici, non ci sono più autobus dalle 12,20 fino alle 15,20 e la mattina la prima corsa parte dopo le 9 e mezzo.

Gli autobus «In qualsiasi città europea una frazione che dista appena 6 chilometri dal centro sarebbe considerata parte integrante della prima fascia a ridosso del centro città, zona in cui i cittadini tendenzialmente hanno tutto l’interesse all’uso del mezzo pubblico». A Pretola, però, tutto questo non è possibile. Dal 20 luglio, infatti, «con il depotenziamento del trasporto pubblico, saranno lasciati a piedi cittadini, lavoratori, tutte le persone che devono andare a Perugia o a Ponte San Giovanni. Sì, Ponte San Giovanni, che dista appena 4 chilometri da Pretola» prosegue Mencaroni.

I lavori sulla strada lo scorso marzo

Disagi Già da tempo la frazione di Pretola è rimasta isolata con i notevoli disagi causati dalla chiusura della strada che si è protratta per mesi. In tanti, allora, auspicavano che il ritorno alla normalità sarebbe stato non tanto agevolato, quanto almeno non gravato da ulteriori restrizioni. E invece, i residenti, si dovranno ricredere e dovranno utilizzare la macchina per ogni spostamento. «La situazione è gravissima – prosegue Mencaroni – e l’amministrazione fa finta di nulla. Lo sa il Sindaco che per andare a Ponte San Giovanni da Pretola, 4,2 km lungo la strada degli Ornari, si va con l’autobus a Monteluce e poi si scende per il cimitero perché le coincidenze non sono state fatte coincidere?! E lo sa l’assessore ai trasporti che chi va al lavoro con il mezzo pubblico deve andare a prendere un autobus a piedi, venti minuti a passo sostenuto che non tutti possono percorrere, a Ponte Valleceppi? Se non è questo un elogio all’uso del mezzo privato, davvero non saprei come altro definirlo e quale altra scellerata scelta dovrebbe essere presa».

Servizio pubblico «Le amministrazioni pubbliche sono i principali responsabili della promozione e dell’organizzazione della mobilità sostenibile – conclude Mencaroni – e quindi è loro il dovere mettere in atto interventi finalizzati a ridurre la presenza di autoveicoli privati negli spazi urbani per favorire la mobilità alternativa che viene svolta a piedi, in bicicletta, con mezzi di trasporto pubblico, anche combinando le varie soluzioni. La giunta Romizi, ha dimostrato non solo di non essere in grado di intercettare le esigenze dei tanti cittadini che per necessità, per economicità e per scelta si affidano al trasporto pubblico per lo studio, il lavoro, il tempo libero, ma di andare ad intaccare quello che funzionava e che poteva essere definito pubblico servizio».

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