Perugia, si stringe sul progetto Turreno

Una nuova consulenza esterna da 36 mila euro per lo studio di fattibilità del progetto che vede operare insieme Comune, Regione e Fondazione cassa di risparmio

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L.P. 

Si stringono i tempi sul percorso che porterà a nuova vita l’ex cinema teatro Turreno, a Perugia. Già prima di Natale, infatti, l’assessore al marketing territoriale Michele Fioroni aveva indicato le prossime tappe e ora, con uno studio di fattibilità in procinto di arrivare sul tavolo dell’amministrazione, il momento sembra essere decisivo.

Lavori Mentre procedono, spediti, i lavori in piazza del Circo che ospiterà i commercianti del Mercato Coperto non appena inizieranno i lavori, il Comune si affretta ad affidare, con un incarico esterno, lo studio di fattibilità per la realizzazione del progetto che ha come protagonista lo stabile di proprietà della famiglia Pascoletti che un tempo ospitava il cinema Turreno in piazza Danti.

L’accordo Con un protocollo sottoscritto lo scorso luglio, la Regione, il Comune e la Fondazione cassa di risparmio si erano impegnano a recuperare lo storico edificio per farne un luogo di promozione e produzione culturale incentrata sulle tematiche dello spettacolo dal vivo e del cinema, da integrare con attività legate al turismo congressuale e alla convegnistica, al fine di realizzare uno spazio funzionale innovativo e al tempo stesso correlato alla vocazione artistica e culturale di Perugia e dell’intera Umbria.

Le fasi Un percorso, quello di recupero, che prevede l’acquisto dell’immobile da parte della Fondazione cassa di risparmio con l’accordo di donarlo a Regione e Comune che poi lo gestiranno, con una formula di partenariato mista pubblico-privato. Dai due enti è già certo l’investimento di 2 milioni e mezzo di fondi per la ristrutturazione della struttura e anche la relazione della commissione tecnico giuridica che doveva definire le modalità di attuazione degli impegni stabiliti nel protocollo.

Incarico esterno Propedeutico, si legge nella determina firmata dalla dirigente Antonella Pedini, all’analisi dell’investimento e alle conseguenti scelte progettuali è lo studio di fattibilità economico-finanziaria dell’intervento che è stato dato in affidamento alla società romana PTS Consulting per la cifra di 36.500 euro iva compresa, soldi che dovrebbero entrare dal contributo di 70 mila euro concesso dalla Fondazione. La Pts, già contattata dal comune,  risulta essere «attiva nella consulenza strategica e manageriale da più di 20 anni, con una spiccata specializzazione nel settore culturale (progettazione di contenuti, valutazione ex-ante sulla sostenibilità economico finanziaria dei progetti, definizione di modelli di governance pubblico-privato e/o sistemi di accountability, valutazione degli impatti ex-ante e ex-post del ritorno economico e sociale delle attività finanziate) come documentato dall’ampio curriculum agli atti dell’Ufficio».

Lo studio L’analisi di fattibilità dovrà quindi occuparsi di studiare il contesto di riferimento, le ipotesi di valorizzazione del contenitori, «corrispondenti a soluzioni architettoniche e distributive degli spazi, anche tramite una diversificazione dell’offerta culturale e l’inserimento di eventuali servizi accessori con l’obiettivo di garantire la piena sostenibilità economica della futura gestione», la stima dei costi e l’eventuale investimento richiesto al privato. Tutte indagini e rilevazioni, queste,  considerate dagli uffici tecnici del comune di «elevatissima specializzazione, professionalità ed esperienza» e pertanto non reperibili all’interno dell’ente, dal momento che richiede anche la conoscenza di altre realtà nel contesto nazionale. Entro febbraio, dunque, lo studio dovrà arrivare sul tavolo dell’amministrazione, dal momento che entro lo stesso mese scadrà il diritto di opzione per l’acquisto dell’immobile da parte della Fondazione cassa di risparmio.

 

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