Primo aprile all’Ast: ecco il grande fratello

Terni, operative le 82 telecamere di sorveglianza di cui si è tanto dicusso. Sulle bacheche aziendali lettere anonime al veleno contro Lucia Morselli

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Le hanno accese. Forse è un regalo di benvenuto per il nuovo amministratore delegato, Massimiliano Burelli, che prende servizio in viale Brin, ma una cosa è certa: da questo primo aprile le acciaierie di Terni – ma anche alcune aree all’esterno dello stabilimento – sono sotto il controllo di 82 telecamere montate dalla ThyssenKrupp Ast.

Francesco Auregli

Francesco Auregli

L’informativa I sindacati lo hanno saputo direttamente dal responsabile della ‘Divisione corporate’, Francesco Auregli, che ha scritto loro una letterina in cui li avvisa che il servizio è entrato in funzione in virtù del provvedimento «della Direzione territoriale del lavoro del 18 marzo 2016 con il quale la società è stata autorizzata ad installare un sistema di videosorveglianza, per finalità di tutela del patrimonio aziendale e sicurezza dei lavoratori. Il sistema è composto da 82 telecamere (74 fisse e 8 brandeggiabili), segnalate, mediante cartelli informativi, ubicate sul perimetro esterno dell’azienda, in corrispondenza dei punti di accesso, nonché in aree interne di transito, di carico e scarico e di parcheggio maggiormente esposti a rischi di furto e danneggiamento».

L’autorizzazione Da parte sua, la Direzione territoriale del lavoro aveva fatto sapere all’azienda che vista l’istanza e la documentazione presentati, viste le norme di legge, «considerate le esigenze riguardanti: difesa del patrimonio aziendale, per la sicurezza dei lavoratori, per motivi produttivi e per motivi organizzativi; preso atto che non è stato raggiunto l’accordo con le rappresentanze sindacali aziendali; autorizza alla installazione degli impianti audiovisivi». Dell’accordo con i sindacati, insomma, si può pure fare a meno.

Telecamera sicurezza sorveglianza1Le condizioni La Direzione territoriale del lavoro, però, ha fissato delle condizioni: «Dovrà essere rispettata la disciplina dettata dal decreto legislativo 30.06.2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali), in particolare i principi di correttezza, di pertinenza e di non eccedenza; dovrà essere rispettata tutta la normativa in materia di raccolta e conservazione delle immagini; prima della messa in funzione dell’impianto l’azienda dovrà dare apposita informativa scritta al personale dipendente in merito all’attivazione dello stesso, al posizionamento delle telecamere ed alle modalità di funzionamento e dovrà informare i clienti con appositi cartelli. L’informazione dovrà riguardare ai sensi del c.3 nel precitato art. 23 anche le modalità di effettuazione dei controlli nei confronti del personale dipendente sempre nel rispetto delle norme del D.Lgs n. 196/2003; l’impianto, che registrerà solo le immagini indispensabili, sarà costituito da telecamere orientate verso le aree maggiormente esposte ai rischi di furto e danneggiamento, per esigenze di sicurezza dei lavoratori e per quelle di tipo organizzativo-produttivo (limitando l’angolo delle riprese ed evitando, quando non indispensabili, immagini dettagliate), l’eventuale ripresa di dipendenti avverrà esclusivamente in via incidentale e con criteri di occasionalità;  all’impianto non potrà essere apportata alcuna modifica e non potrà essere aggiunta alcuna ulteriore apparecchiatura al sistema da installare; in occasione di ciascun accesso alle immagini, la ditta dovrà darne tempestiva informazione ai lavoratori occupati; i lavoratori potranno verificare periodicamente il corretto utilizzo dell’impianto».

Le reazioni Per il momento non c’è stata nessuna presa di posizione da parte dei sindacati: nel pomeriggio di venerdì è prevista una riunione delle Rsu e in quella sede potrebbe essere deciso di rendere noto il pensiero sindacale.

La lettera anonima Sulle bacheche aziendali, intanto, sono state affisse delle lettere anonime – gli autori si definiscono «impiegati» – contenenti una serie di accuse, anche decisamente pesanti, nei confronti dell’ormai ex amministratore delegato Lucia Morselli e che, secondo loro, sarebbe stata «cacciata» dalla ThyssenKrupp.

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