Profughi a Terni: «Non perdere risorse»

Filipponi (Pd) chiede al Comune di prendere posizione. «Non arrivano da tre anni. Mandare indietro 1,5 milioni di euro sarebbe surreale»

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«In una fase in cui da 3 anni non ci sono più arrivi a Terni di profughi, abbandonare progetti per l’accoglienza di poche decine di persone – il numero non ha mai superato le 70 unità – che comunque dovranno rimanere in città, e mandare indietro 1.500.000 di euro all’anno, sarebbe surreale»: a parlare è il consigliere comunale del Pd, Francesco Filipponi, che incalza la giunta Latini in merito alla spinosa questione dei progetti Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, chiedendo collaborazione con il governo.

ZONA SOCIALE 10, IL PIANO TERRITORIALE INTERVENTO PER IMMIGRAZIONE

Francesco Filipponi

Conto alla rovescia per l’accreditamento

«Leggiamo ormai da giorni – scrive l’esponente della minoranza in una nota – di un’amministrazione comunale divisa sulla posizione da prendere in merito agli Sprar. Noi chiediamo, senza alcuna polemica ideologica ma affrontando la questione con sano e costruittivo pragmatismo, che il Comune di Terni, sui centri di accoglienza, collabori con il governo centrale. Nei prossimi giorni, ovvero il 30 giugno 2019, ci sarà una scadenza tecnica per accreditarsi nei siti del ministero degli Interni in attesa che il ministro durante l’estate emani il decreto sul futuro dell’accoglienza». Filipponi ricorda che il progetto Sprar di Terni «nei prossimi giorni ultimerà la ripulitura della facciata del liceo Tacito, dove peraltro si diplomerà anche un ragazzo che è stato ospite nel progetto di accoglienza del Comune di Terni con sua mamma diversi anni fa. Insomma al Classico lo Sprar di Terni celebrerà nei prossimi giorni una serie di successi per nulla scontati: integrazione, senso di comunità e civismo declinati nel modo più concreto possibile. Risultati da intestare esclusivamente al personale e alle risorse dei progetti Sprar».

SPRAR E RIPULITURA DEL CLASSICO

Le risorse che andrebbero perse

Per il consigliere comunale Pd il milione e mezzo di euro corrisponde a «risorse che sono sempre servite a gestire un fenomeno che esisterebbe comunque ma senza governo e senza servizi. La decisione in un verso o nell’altro sarebbe presa anche sopra la testa dei comuni della zona sociale coinvolti. Sarebbe l’inizio dell’insicurezza vera, di percorsi autentici di marginalità, clandestinità e pericolo. Siamo convinti che un’eventuale scelta di questo genere sarebbe motivo di grande preoccupazione anche per prefettura e questura». Sempre a detta di Filipponi «i progetti Sprar e Sipromi sono la risposta non sono il problema, tant’è che durante l’estate il ministro, appunto, emanerà il decreto per la prosecuzione di questi servizi. E quei soldi, ormai va detto con chiarezza, non si possono utilizzare per anziani, ragazzi o per le buche: il Governo italiano dovrebbe mandarli indietro all’Unione Europea». Per questo il consigliere chiede al sindaco «di non ascoltare gli ululati ideologici di qualche suo assessore – peraltro non condivisi dalla gran parte della giunta – ma di procedere all’accreditamento. Il mantenimento di servizi che servono a contrastare marginalità e clandestinità, che portano sul territorio risorse economiche significative, è interesse della città, ad iniziare dall’amministrazione comunale che la guida».

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