Prostitute al cimitero: processo per cinque

Terni: quattro ternani e una donna straniera accusati di ‘associazione a delinquere’. Altri due, marito e moglie, hanno già patteggiato

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Per la procura avrebbero dato vita ad un’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione di giovani ragazze, per lo più di nazionalità straniera, fra Terni, Perugia e Viterbo. Fatti che, per l’accusa, sarebbero avvenuti fra il 2010 e il 2011. Con questa accusa cinque persone sono state rinviate a giudizio, lunedì mattina, dal gip Maurizio Santoloci. Il processo inizierà il prossimo 28 giugno di fronte al tribunale di Terni in composizione collegiale.

Accuse A processo ci sono finiti quattro ternani: un uomo e una donna di 45 anni, con il primo individuato come presunto promotore e organizzatore del sodalizio criminale, un 31enne e un 26enne. Oltre a loro, nei guai c’è finita anche una 48enne della Somalia che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata a sua volta sfruttata in relazione ad un presunto giro di ‘squillo’ attivo a Terni – in particolare nella zona del cimitero cittadino – fino all’agosto del 2011.

Modus operandi Il gruppo, oltre a prendere contatto con le ragazze, si sarebbe attivato per reperire camper e appartamenti dove farle prostituire, ‘aiutandole’ nella gestione dei figli – alcune di loro sono anche madri – e offendo protezione. Il tutto in cambio di una significativa quota degli incassi. Altre due persone denunciate al tempo del blitz, marito e moglie, hanno già patteggiato la pena di fronte al gip. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Carlo Viola e Massimo Proietti che si dicono convinti di poter dimostrare la loro estraneità rispetto alle accuse mosse. Nel procedimento figurano, come parti offese, due ragazze originarie dell’Est Europa, di 29 e 32 anni.

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