Protezione civile, in Umbria approvato il nuovo sistema di allerta

L’assessore Melasecche: «Il Centro funzionale regionale è tra quelli presi ad esempio a livello nazionale»

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di Veronica Quadraccia

Prende corspo anche in Umbria il nuovo sistema di allerta regionale della Protezione civile, approvato dalla giunta Tesei su proposta dell’assessore Enrico Melasecche, a seguito di una serie di incontri partecipativi con prefetture, province, Anci, comuni prima dell’emergenza Covid e dopo un approfondito lavoro di revisione, integrazione, razionalizzazione e semplificazione. «La nuova procedura operativa – spiega l’assessore Melasecche – aggiorna tutti gli aspetti strategici dell’ambito dell’allertamento di Protezione civile, introducendo un approccio pienamente ‘multirischio’ e collegato sia al nuovo disegno di Legge regionale di riordino della Protezione civile, di prossima preadozione, che ad una maggiore attenzione agli aspetti di comunicazione con il ricorso ad un nuovo portale web, nei primi mesi del 2022, analogo a quello della Regione Emilia Romagna, che in tale settore ha molto investito negli ultimi 5 anni, e ritenuto a livello nazionale il principale riferimento per qualità ed efficacia della comunicazione, sia per gli addetti ai lavori che per il singolo cittadino».

Il Centro funzionale regionale

In Umbria, l’avvio della realizzazione del Centro funzionale regionale è avvenuto nel 2003, presso quello che sarebbe diventato il Centro regionale di Protezione civile di Foligno. «Decimo in Italia – prosegue l’assessore – nel febbraio 2010 fu formalmente attivato, anche se pienamente operativo da dicembre 2007, con piena responsabilità, quindi, nella valutazione degli effetti al suolo potenzialmente pericolosi per la popolazione umbra, ogni giorno dell’anno. Da allora, il Centro dell’Umbria ha ben operato, rappresentando per il livello nazionale, pur non disponendo ancora di area meteo autonoma, un ufficio all’avanguardia in materia di previsione ‘integrata’ per i rischi frane ed alluvioni, nonché per la gestione delle piene del fiume Tevere, con la diga di Corbara ‘nodo strategico’ per la salvaguardia del territorio a valle e Roma». Dopo le alluvioni di Sardegna 2013 e Liguria 2014, inoltre, è stato avviato e concluso nel 2016 un importante lavoro di omogeneizzazione dei messaggi di allerta (terminologie e gli scenari di rischio omogenei, introdotta l’allerta specifica per temporali, introdotti i codici colore, messe in relazione in modo chiaro le fasi operative a seguito delle allerte da riportare nella pianificazione di protezione civile), dove l’esperienza umbra è stata tra quelle prese ad esempio come ‘buona pratica’. «L’Umbria, quindi – conclude Melasecche – si dota sempre più di un moderno quadro normativo e procedurale, per la salvaguardia della collettività».

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