Province: «La polizia non lascia la divisa»

Gli agenti di Perugia e Terni lo hanno detto, in Regione, alla presidente del consiglio Porzi, che ha confermato la volontà di risolvere le problematiche

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Sono stati accolti giovedì a palazzo Cesaroni, i rappresentanti della polizia provinciale di Perugia e Terni, le Rsu e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica. Loro sono stati fatti accomodare, mentre i cartelli di protesta, come richiesto dalla presidente dell’assemblea legislativa Donatella Porzi sono rimasti fuori.

polizia provinciale 2

I cartelli di protesta

In divisa Preoccupati per il futuro lavorativo dei 94 operatori inseriti nel portale mobilità, i rappresentanti della polizia provinciale hanno manifestato disagio per il ritardo con cui si sta attuando la legge regionale che dovrà regolare la materia. «Dalla giunta, dalle province e dai comuni – hanno detto i rappresentanti dei lavoratori, tra cui Wanda Scarpelli della Cgil, Marco Cotone della Uil, Lando Contini e Fabio Spaccini della polizia provinciale di Perugia e Mario Borghi per Terni – serve una risposta coordinata, soddisfacente e rapida nei tempi. Non abbandoneremo la divisa, anche per non perdere quel patrimonio di professionalità acquisita e la qualifica giuridco economica riconosciuta».

Disegno di legge «Siamo disponibili all’ascolto delle esigenze e alle problematiche di tutti – ha detto la Porzi – ma mi auguro che il confronto e il dialogo rimangano sereni» Assieme ai vicepresidenti Valerio Mancini e Marco Vinicio Guasticchi, i capigruppoconsiliari Chiacchieroni (PD), Rometti (SeR) e Fiorini (Lega Nord), la Regione ha espresso grande disponibilità all’ascolto delle problematiche circa il futuro degli operatori di polizia provinciale di Terni e Perugia. «Le questioni legate alla definizione del ruolo e del futuro lavorativo – è stato detto – saranno tenute in considerazione da parte dell’assemblea e della Giunta che sta predisponendo un disegno di legge legato alla ridefinizione del ruolo e del futuro lavorativo degli operatori di polizia provinciale. Le difficoltà ci sono, ma c’è anche la volontà di risolvere la questione».

Ascolto «Sottolineiamo e diamo atto dell’impegno che l’Esecutivo sta ponendo in essere per una soddisfacente soluzione della vicenda.- ha proseguito la presidente Porzi – Oggi non possiamo dare risposte, non siamo in grado di fornirle, ma ribadiamo disponibilità, ascolto e attenzione. Posso assicurare, a nome dell’intera Assemblea che, quando il disegno di legge della Giunta arriverà a Palazzo Cesaroni, sarà discusso e partecipato con la massima attenzione». Nel suo intervento, il vicepresidente Marco Vinicio Guasticchi, già presidente della Provincia di Perugia, nel ribadire l’apprezzamento per il lavoro e l’impegno sin qui prodotto dall’Esecutivo regionale, ha posto l’esigenza di «valutare in maniera più attenta le opportunità offerte sia dalla legge regionale ’10/2015′, sia da quella nazionale
’56/2014′, relativamente alle funzioni che, direttamente dalla Regione o delegate alle Province, potranno continuare ad essere svolte dalla Polizia provinciale in ordine a area Trasimeno, viabilità regionale e trasporti».

Impegno Secondo Guasticchi, «considerati anche i pensionamenti che ci saranno di qui a breve, si potranno impiegare a parità di mansioni, tutti gli operatori che attualmente vivono questa situazione di grande incertezza. E anche i Comuni, che pur hanno problemi, devono tener conto di quanto prevede la legge circa la necessità di assumere personale provinciale prima di andare a nuovi concorsi. Questi sono obiettivi che ci sentiamo di proporre e sui quali potrebbe esprimersi l’Assemblea, per impegnare in maniera conseguente la Giunta su questi obiettivi».
Il vicepresidente Guasticchi ha poi sottolineato la mancanza, a livello politico, della percezione delgrande
ruolo svolto da polizia provinciale: «I presunti esuberi – ha tenuto a precisare – non attengono certo al periodo 2010-2015. Già nel 2009 la Polizia provinciale era inserita nel protocollo Sicurezza Perugia. Il potenziamento dell’organico della polizia provinciale è avvenuto poi con mobilità interna. E questo impegno è andato avanti fino a 2011, quando il Governo Monti avviò il processo normativo di abolizione delle Province. La Polizia provinciale – ha concluso – ha una storia di tutto rispetto e di grande utilità per la collettività».

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