Garanzia dei servizi al cittadino, impegno su livelli occupazionali e reddito complessivo dei dipendenti, riorganizzazione delle funzioni. Sono questi, secondo l’assessore regionale alle riforme, Fabio Paparelli, «i capisaldi del percorso di riordino delle Province».
Il vertice La riunione con la Rsu, i sindacati e i consiglieri provinciali, è stata convocata dal presidente della Provincia, Leopoldo di Girolamo: «Quello che stiamo vivendo – ha spiegato – è un momento del tutto particolare, ma anche molto importante perché, se ben costruito, questo percorso ci potrà portare ad un sistema istituzionale nuovo e più moderno. Dobbiamo quindi cogliere lo spirito più profondo della riforma Delrio, avendo come obiettivo la trasformazione delle Province come futuri enti di sostegno ai Comuni e di gestione dell’area vasta e lavorando soprattutto per garantire i servizi al cittadino, i livelli occupazionali e le professionalità esistenti».
Paparelli L’assessore regionale, illustrando il contenuto del disegno di legge ed ha anche prospettato il fatto che il termine del 31 marzo per l’individuazione degli esuberi a seguito del taglio del 50% delle spese di personale, può anche non essere perentorio: «Seguendo – ha spiegato – un percorso graduale, insieme all’Osservatorio regionale, ai sindacati e alle Rsu, che parta, come sta effettivamente avvenendo, dal quadro delle risorse e delle funzioni, nonché dalla ricognizione delle dotazioni organiche di tutti gli enti locali e di quelli periferici dello stato. Attraverso le tabelle delle capacità assunzionali, si capirà dove riallocare il personale fra Regione, enti locali regionali, agenzie, sanità, altri comparti della pubblica amministrazione locale ed enti statali».
Il personale Sindacati ed Rsu hanno posto di nuovo l’accento sulla questione dei livelli occupazionali e dei servizi, chiedendo alla Regione l’impegno ad affrontare e risolvere concretamente questi nodi fondamentali e al governo le disponibilità finanziarie necessarie al processo di riordino delle Province. Sergio Bruschini, esponente dell’opposizione in Consiglio provinciale ha criticato al riforma Delrio: «Fatta male – ha affermato – senza chiarezza sia sul futuro delle Province che dei servizi al cittadino e del personale. Apprezzo lo sforzo della Regione, ma senza un corrispettivo impegno concreto del governo in termini di risorse e di atti che facciano chiarezza sarà difficile gestire tutta questa complessa materia».
La Usb Nel corso dell’incontro, dice la segreteria della Usb, «abbiamo chiesto, come tra l’altro è prassi sindacale in ogni vertenza o crisi aziendale, la stipula di un protocollo di intesa od accordo di programma tra Regione Umbria, Provincia, Anci, Upi e le istituzioni e realtà territoriali coinvolte nel processo con tutte le organizzazioni sindacali. Accordo che vincoli tutti i soggetti sociali su azioni ed assunzioni di responsabilità politiche ed operative, per cogliere l’obiettivo comune della salvaguardia occupazionale e della tutela dei servizi».
I rischi Il protocollo, «che avrebbe anche un alto valore politico, renderebbe possibile anche gestire la partita che riguarda la tutela salariale dei lavoratori, con l’armonizzazione retributiva ed organizzativa tra le due Province, allo scopo di scongiurare penalizzazioni e trattamenti discriminatori tra i dipendenti dei due territori. Se non si riesce a far valere questo principio, il territorio del ternano rischia fortemente di fare la parte della ‘Cenerentola’ e pagare prezzi elevati, alcuni dei quali, e ci riferiamo all’organizzazione ed al salario, sono già nei fatti. Certamente non sarà il diniego che ci è stato opposto, nel silenzio assordante da parte degli altri sindacati, a farci demordere».