Era finita al pronto soccorso del Santa Maria per una frattura al malleolo ma si è ritrovata a dover farsi medicare anche per un violento pugno in faccia ricevuto da un’altra paziente ‘su di giri’. La vicenda, accaduta lo scorso 6 giugno ad una 46enne ternana, ha portato la donna a chiedere il risarcimento dei danni all’azienda ospedaliera di Terni che – secondo il legale che la assiste – non avrebbe vigilato adeguatamente sulla situazione ‘a rischio’.
Pugno all’improvviso La donna, accompagnata al pronto soccorso marito, dopo le formalità di rito era stata posta su una sedia a rotelle all’interno di una sala d’attesa, insieme ad altri quattro-cinque pazienti. Dopo circa un’ora di attesa, gli addetti avevano posizionato accanto a lei un’altra donna, di circa 60 anni e in evidente stato di agitazione. Quest’ultima, quando il personale sanitario è uscito dalla stanza per svolgere altre mansioni, ha approfittato della situazione per sferrare – senza alcun motivo – un pugno in faccia alla malcapitata, finita rovinosamente a terra, per una prognosi di 10 giorni.
La diffida Si è scoperto poi che la 60enne sarebbe affetta da problemi psichiatrici. Da qui l’azione legale, attraverso l’avvocato Fabio Lancia, e basata sul fatto che non ci sarebbe stata un’adeguata valutazione del rischio – e neanche un’adeguata vigilanza – da parte del personale che avrebbe sottovalutato il potenziale pericolo. Alla lettera di diffida e messa in mora potrebbe fare seguito una causa civile, sempre che le parti non si accordino prima.