Regione e partecipate, l’opposizione insorge

Nel mirino, per ora, i consorzi Tns e Crescendo. Squarta, FdI: «Denaro pubblico per ripianare i bilanci», mentre dai 5 Stelle partono esposti alle autorità

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L.P.

Carrozzoni in perdita, società di dubbia utilità, bilanci spesso assenti. La politica umbra torna ad occuparsi del caso delle partecipate e, in consiglio regionale, la battaglia sembra solo iniziata.

Marco Squarta

Marco Squarta

Lista nera «La regione Umbria – afferma in una nota il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Marco Squarta – è nella lista nera delle società in perdita. Sarebbe opportuno che la Giunta regionale tenesse fede a quanto stabilito nella delibera approvata lo scorso marzo, procedendo al monitoraggio, alla razionalizzazione e alla riduzione delle partecipazioni, dirette e indirette, in società di dubbia utilità».

Corte dei Conti Nel mirino dell’opposizione ci sarebbero tutte le società in cui ci sono partecipazioni di tipo pubblico, inserite anche nel report della Corte dei Conti, questione già evidenziata nel giudizio di parificazione della sezione regionale della Corte per l’esercizio finanziario 2014. Oltre ad aver registrato l’assenza dei bilanci per alcune società, cosa che, come riferisce Squarta, nel 2013 ha portato la Regione a dover colmare il bilancio con circa 60 milioni di euro e che rendeva difficilmente valutabile la reale situazione finanziarie di molte società e rimarca l’assenza di un autentico controllo sulla governance delle stesse.

Perdite «All’assenza di fondi e risorse per gli interventi in ambito sociale – prosegue Squarta – dall’assistenza agli anziani al reddito di cittadinanza, si accompagna quindi un utilizzo incontrollato di denaro pubblico impiegato per ripianare i bilanci di società amministrate male, che producono solo perdite. Appare indispensabile una ricognizione delle partecipazioni di secondo e terzo livello per verificare anche le quote detenute da entri strumentali oltre che direttamente dalla Regione. Come nel caso del consorzio Tns di Terni, i cui immobili sono stati acquistati spendendo 7,5 milioni di euro in virtù della partecipazione detenuta da Sviluppumbria».

foto-tns-2Consorzio Tns E sul caso Tns, la società di recupero aree industriali Terni, Narni e Spoleto, ad accendere i riflettori, già lo scorso novembre, era stata Maria Grazia Carbonari del Movimento 5 Stelle quando, in sede di assestamento di bilancio si era fermamente opposta alla decisione della Giunta di indebitare la Regione per «l’inutile acquisto di immobili dal consorzio. Un’operazione che – commenta ancora oggi la Carbonari – con gli interessi, costerà alla Regione complessivamente circa 10 milioni di euro». Un ‘salvataggio indiretto a spese dei cittadini umbri’ come ebbe a dire la consigliera un paio di mesi fa. Oggi dalle parole si è passati ai fatti e la Carbonari ha presentato un esposto al Procuratore regionale della Corte dei Conti, alla Guardia di Finanza e all’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Cantone.

Maria Grazia Carbonari

Maria Grazia Carbonari

Il bilancio Guardando i bilanci del consorzio Tns, infatti, si rileva una perdita totale, per il 2014, di oltre un milione e duecentomila euro, debiti totali per quasi 30 milioni di euro, un patrimonio netto negativo di oltre 9 milioni e 600 mila euro e oneri finanziari che corrispondono alla metà dell’intero fatturato, circa 1. 190 mila euro. Dopo essere stato messo in liquidazione, a dicembre 2013, nella nota integrativa al bilancio del 2014 gli stessi liquidatori scrivevano che già dal 2013 il fondo consortile risultava completamente assorbito dalle perdite, perdite di entità tale da rendere il patrimonio netto negativo. «Da ciò discende che, salvo (improbabili) eventi gestionali eccezionalmente positivi, nessuna eccedenza positiva residuerà a favore dei consorziati, anzi questi ultimi dovrebbero provvedere a colmare la differenza sino allo zero così da consentire un sostenibile prosieguo della liquidazione» come si legge nel documento.

La denuncia Per i 5 Stelle la battaglia contro gli sprechi delle partecipate, dunque, è appena iniziata. «Il mio obiettivo principale di legislatura – spiega Carbonari – è quello di mettere sotto la lente di ingrandimento le attività delle società partecipate, consorzi e fondazioni della Regione Umbria e, laddove vengano rilevate delle irregolarità, denunciarle. Quello della denuncia non è solo un dovere civico ma un preciso obbligo di legge, in quanto come consigliera regionale sono anche pubblico ufficiale. Non sta poi a me o al M5S accertare le responsabilità. Quello è compito della magistratura, ma è mio preciso dovere segnalarle».

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