A portare il caso in consiglio regionale sono stati i consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, del Movimento 5 Stelle: «Da recenti notizie apparse su organi di stampa (umbriaon.it) – scrivono – si apprende che sarebbe in essere una causa di lavoro per mobbing intentata nei confronti dell’ente Consorzio di Bonifica Tevere-Nera da parte di un dipendente fino ad allora apprezzato ed encomiato, investito sempre più frequentemente di incarichi di rilevanza strategica».
La vicenda Il Consorzio aveva replicato e sulla vicenda era intervenuto anche Leo Venturi (storico oppositore del Consorzio stesso) e Liberati e Carbonari ricordano che «il suddetto dipendente, di cui nei fatti di cronaca non vengono citate le generalità, aveva ricoperto anche la funzione di responsabile sindacale aziendale, nonché componente della segreteria nazionale del sindacato Filbi-Uil. Atteso che le questioni denunciate investono un settore estremamente delicato, particolarmente sensibile e permeabile, quale quello degli affidamenti e dalla gestione degli appalti, si chiede di sapere se la giunta sia informata sui fatti sopra riportati e se questi corrispondano a verità. Se sia stata avviata un’indagine o una verifica interna a seguito delle pesanti denunce emerse sulla stampa e ivi sinteticamente riportate».