Sono sei gli indagati – quattro medici e due infermieri, un atto dovuto – per la morte del 40enne Vincenzo Bosco, di Nocera Umbra (Perugia), avvenuta lo scorso 26 aprile nel reparto di rianimazione dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia. La scomparsa dell’uomo sarebbe legata ad una scoperta assurda e al tempo stesso inquitante, ovvero la presenza di un ago da insulina, di due centimetri di lunghezza, nei polmoni. Ago poi estratto dai medici che si erano resi conto delle difficoltà respiratorie del 40enne poco prima di operarlo alla gola. A riportare la notizia è il quotidiano ‘Il Messaggero‘ con un pezzo a firma di Michele Milletti.
La ricostruzione
Il ricovero di Vincenzo Bosco, difatti, era scattato per la necessità di un intervento di otorinolaringoiatria in data 22 aprile. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano, però, gli anestesisti, dopo aver avviato le procedure relative all’operazione che si sarebbe dovuta tenere di lì a poco, si erano accorti che qualcosa non andava, avviando gli accertamenti che avevano portato alla scoperta del dispositivo nei polmoni. Nessun intervento per il 40enne, quindi, ma ricovero in rianimazione dove è morto martedì scorso. Scontata e immediata l’indagine dell’autorità giudiziaria perugina che, oltre ad indagare i sei professionisti – anche per consentire la presenza di periti di parte ai necessari accertamenti – ha disposto l’autopsia che verrà eseguita dal medico legale Massimo Lancia. Da capire, ovviamente, le cause esatte della morte e perché, ovvero quando, quell’ago sia finito dove non doveva stare.