Rifiuti a Perugia, battaglia sui numeri

Locali costretti a stipare all’interno montagne di immondizia in attesa del ritiro e una tariffa puntuale solo sulla carta. Ma rispetto al 2015 le percentuali aumentano

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di L.P.

Per il vicesindaco sale, per i comuni cittadini scende. Il bilancio dopo i primi sei mesi del nuovo sistema di raccolta rifiuti nel centro storico non mette proprio tutti d’accordo mentre regna ancora molta confusione sui colori, le date, i punti di ritiro e le soluzioni per stoccare rifiuti all’interno degli esercizi commerciali.

La navetta 'Raccoglincentro'

La navetta ‘Raccoglincentro’

Aumento differenziata Per Barelli il giudizio è sicuramente positivo perché, in tutto il centro storico, la percentuale di differenziata è salita se si confrontano i dati con quelli dello scorso anno che confermano l’efficacia del servizio sia in termini di superamento delle criticità riscontrate nel passato che in termini di miglioramento della quantità e della qualità della raccolta differenziata. Se a giugno 2015 la percentuale era del 59,7%, oggi la stessa è salita al 67,6% fa sapere il vicesindaco, con un aumento della qualità per la frazione organica per cui scendono le frazioni estranee dal 15 al 5%. Riscontri positivi, sempre secondo il titolare dell’assessorato all’ambiente, anche per quanto riguarda carta, plastica, metalli e imballaggi di cartone delle attività commerciali.

Utenze non domestiche In realtà, parlando con ristoratori e esercenti di bar e pizzerie, il sistema di raccolta non domestico sembra fare acqua da più parti. Da quando è partito il nuovo servizio, infatti, gli operatori sono costretti a tenere tutti i rifiuti stipati all’interno dei locali anziché sistemarli fuori dal locale ogni sera, al momento della chiusura, e a interrompere le attività lavorative quando arrivano gli operatori di Gesenu a ritirare i sacchi di rifiuti, magari mentre i clienti sono intenti a consumare colazioni o pranzi nel locale.

Criticità In realtà i rifiuti che devono essere stipati all’interno, nei locali piccoli, spesso, finiscono per intralciare le attività lavorative e a volte si accumulano, soprattutto carta e cartone e plastica, in attesa del ritiro nel giorno giusto. Non tutte le attività, poi, hanno un apposito magazzino per tenere i contenitori e le buste e conservare per qualche giorno le montagne di rifiuti – l’organico viene ritirato ogni giorno – può diventare scomodo e poco igienico. Ma i problemi sono in capo anche ai cittadini che vorrebbero usufruire della navetta ‘Raccoglincentro’ e che non riescono a ritrovare la via sul sito internet della Gesenu – la lista è infinita – e gli orari mal si conciliano con quelli del lavoro.

rifiuti PerugiaPeriferia Criticità, queste, che passano in secondo piano per il vicesindaco, entusiasta per i dati che continuano ad indicare percentuali maggiori di differenziata – anche se il dato corretto da osservare dovrebbe essere quello dell’effettivo riciclo di materia – in attesa di allargare il servizio anche alla periferia. «Considerato che il centro storico di Perugia, per la sua dimensione territoriale e demografica, risulta assimilabile ad un centro urbano di medie dimensioni – conclude il Vice Sindaco – i risultati ottenuti dal servizio di raccolta differenziata appaiono particolarmente significativi. La positiva sperimentazione del servizio, pertanto, potrà essere estesa anche alle zone limitrofe al centro, attualmente interessate da un servizio di raccolta differenziata con modalità stradale, non in linea con gli obiettivi fissati dalla nostra Amministrazione».

Evasori C’è poi la questione della tracciabilità dei rifiuti mediante la lettura del codice identificativo dei mastelli e sul trasponder in dotazione con il kit. Il sistema dovrebbe servire per calcolare la tariffa puntuale in base alla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti ma ancora non è dato sapere quando e come avverrà. E se, da un lato, si abbassano i conferimenti non corretti, grazie anche al potenziamento dei controlli è emerso un numero sorprendente di evasori della tassa sui rifiuti. Ad oggi, ma la cifra è destinata a salire, sono state individuate 347 utenze non domestiche, cioè operatori commerciali che non avevano denunciato alla Gesenu l’avvio delle attività e quindi non pagavano la tariffa, e circa 300 domestiche a cui sono già arrivate le ingiunzioni di pagamento.

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