Rifiuti, ambientalisti serrano le fila

In confronto, sabato pomeriggio, per affrontare la vicenda che lega in questo settore l’Umbria e il Lazio

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Insieme, di nuovo. Dopo essersi ritrovati venerdì a Perugia, per protestare, le associazioni che contestano le misure relative all’ambiente e contenute nel decreto ‘Sblocca Italia’, hanno dato vita a un pomeriggio di confronto. Perché, oltre alla protesta, c’è la proposta.

Terni No inceneritori incontro (1)L’incontro Sabato, il comitato ‘No inceneritori’ di Terni, il comitato ‘Contro la discarica di Pietramelina’ di Umbertide, l’osservatorio sulla discarica di Borgogiglione di Perugia e il coordinamento ‘No inceneritore di Albano’ dei Castelli Romani, si sono dati appuntamento a palazzo Gazzoli di Terni per affrontare insieme tutta la vicenda che lega, in questo settore, l’Umbria e il Lazio: ‘I signori dei rifiuti – Umbria e Lazio tra inceneritori, discariche, privatizzazioni e le stesse lobbies romane’.

I temi Nel corso dell’incontro i comitati del perugino hanno affrontato il tema della ‘vicenda Gesenu’, mentre con il coordinamento di Albano è stata affrontata la ‘battaglia’ – che li ha visti uscire vittoriosi – contro il progetto di inceneritore che «al tempo – hanno spiegato – era stato presentato da una società che teneva dentro Cerroni, lo stesso che ha una parte della Gesenu, Ama e Acea, proprietaria sia della discarica di Orvieto che dell’inceneritore di Terni».

L’INTERVISTA A FABIO NERI – IL VIDEO 

Vincere le battaglie Lo scopo dell’iniziativa, ha spiegato Fabio Neri del comitato ‘No inceneritori’ di Terni, «era sostanzialmente questo: mettere insieme le esperienze di lotta contro gli inceneritori e discariche, dare un quadro generale di come si muovono ‘I signori dei rifiuti’ e capire come vincere le nostre battaglie. Nel caso ternano la battaglia da vincere è quella della chiusura degli inceneritori, per eliminare il problema dello ‘Sblocca Italia’ e dell’emergenza rifiuti».

Il PD «L’articolo 35 dello Sblocca Italia – dice il Partito Democratico dell’Umbria – continua a lasciarci fortemente perplessi. Per noi l’incenerimento dei rifiuti non è una soluzione che vada oltre la gestione dell’emergenza. La strategia del lungo periodo deve esser quella di ridurne la produzione a monte, potenziare la raccolta differenziata e il riutilizzo dei materiali. Dunque un utilizzo efficiente delle risorse per la riduzione dell’impatto sull’ambiente. In quest’ottica la deroga allo Sblocca Italia, ottenuta dall’Umbria a valle della trattativa, per tutte le Regioni in grado di superare insieme la necessità di autorizzare nuovi impianti, è un primo risultato».

Gli inceneritori La collaborazione tra Regioni, dice il PD, «deve garantire, a chi nel proprio piano dei rifiuti ha scelto di non utilizzare inceneritori, di portare avanti politiche più virtuose ed evitare di dover bruciare rifiuti nel proprio territorio. Il Partito Democratico ribadisce la contrarietà all’incenerimento di rifiuti all’interno del territorio regionale, poiché la tutela della salute e dell’ambiente richiedono chiarezza e incisività nelle scelte e nell’azione politica e amministrativa. Chiediamo quindi alle Amministrazioni di accelerare sulla raccolta differenziata e sullo sviluppo di un’economia circolare che eviti la produzione di rifiuti, riducendo drasticamente anche il ricorso alle discariche, con l’obiettivo di un loro progressivo superamento».

Il M5S Secondo il capogruppo regionale del M5S, Andrea Liberati, «l’Umbria è passata in pochi anni da Cuore verde
d’Italia a regione-discarica, con annesso mega-inceneritore pronto a bruciare di tutto. La dirigenza PD, responsabile di plurifallimentari politiche sui rifiuti, dovrebbe finalmente aprire gli occhi sui propri disastri per affrontare tale delicata tematica in modo nuovo, così da respingere finalmente l’assalto delle mafie ai nostri territori e restituire efficienza e legalità al settore. Ma il placet della presidente Marini allo ‘Sblocca Italia’ va però in direzione opposta, aprendo a fantomatici accordi interregionali di cui chiederemo presto conto in aula».

«Vaso di coccio» Secondo Liberati, l’Umbria è «sempre più vaso di coccio tra vasi di ferro, senza una nomenclatura autorevole e in grado di farsi sentire dagli stessi vicini e, a maggior ragione, dal livello
nazionale. Catiuscia Marini ha così preferito per l’ennesima volta la via per lei più comoda, assecondando inceneritoristi e monnezzari vari, pur di non mettersi contro Matteo Renzi e interessi economici che hanno molto a che fare col partito degli affaristi», mentre «le cooperative che volteggiano sul sistema rifiuti rappresentano il suggello dell’intreccio incestuoso tra affari e politica in Umbria».

 

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