Rifiuti in Umbria, l’inchiesta va avanti

Perugia, i lavori continueranno in seconda commissione con l’affiancamento di quella antimafia votata all’unanimità dai capigruppo

Condividi questo articolo su

di L.P.

La commissione d’inchiesta proseguirà i suoi lavori. Così è stato deciso in consiglio regionale, dopo che il presidente Chiacchieroni ha illustrato all’aula i risultati conseguiti dalla commissione sul sistema di gestione dei rifiuti i cui lavori saranno affiancati da quelli della nuova commissione regionale antimafia. La nuova commissione, votata all’unanimità su iniziativa dei capigruppo consiliari, avrà ad oggetto ‘Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossicodipendenze, sicurezza e qualità della vita’.

consiglio regionaleIl quadro Ci sono dei ritardi e anche delle problematiche che l’Auri sarà chiamata a risolvere. Nonostante tutto «il piano rifiuti nel suo complesso appare valido», ha confermato Chiacchieroni e ora si punta ad armonizzare il sistema seguendo gli obiettivi prefissati dalla Regione. «Quanto all’interdittiva antimafia – ha proseguito il capogruppo Pd in consiglio regionale – le inchieste della magistratura devono fare il proprio percorso, che tutti auspichiamo sia celere, per i destini di una realtà economica molto importante per l’Umbria».

Catiuscia Marini

Catiuscia Marini

Criticità Se per la presidente Marini non ci sono emergenze, per la commissione d’inchiesta tra le criticità riscontrate si possono elencare la mancata diminuzione dei costi della raccolta differenziata per i cittadini, dovuti all’investimento iniziale necessario per attivarla, il basso costo del conferimento in discarica in Umbria, il mancato completamento del processo di economia circolare con il superamento dei consorzi obbligatori e sostegno delle imprese private che lavorino materiali recuperati, la necessità di calcolare il materiale recuperato e non solo il differenziato e quella di innovare gli impianti di trattamento e di rendere efficienti quelli che esistono. «Il superamento di questi nodi potrà determinare un minore impatto sulle discariche, lasciandole solo per una parte limitata del sistema complessivo ed arrivare così alla chiusura del ciclo».

Proseguimento lavori Preso atto del lavoro svolto, l’Aula ha quindi approvato all’unanimità la mozione sottoscritta dai consiglieri Chiacchieroni, Solinas e Casciari del Pd, Liberati del M5S e Fiorini della Lega che prevede di trasmettere tutto il materiale esaminato all’attenzione della seconda commissione, così da permettere di proseguire il lavoro in continuità, convocando audizioni periodiche ogni tre mesi per affrontare le problematiche legate al ciclo della raccolta dei rifiuti in Umbria. Inoltre verrà demandata alla costituenda commissione antimafia la trattazione delle problematiche inerenti l’interdittiva alla società Gesenu e la valutazione di eventuali reati sempre nell’ambito del ciclo dei rifiuti.

Limitazioni Qualche nota stonata nei lavori della commissione l’ha rilevata però il vicepresidente Valerio Mancini per cui l’attività della commissione è stata limitata da scelte politiche. Per Mancini «la Commissione ha risentito del taglio dei tempi imposto dalla maggioranza già al momento del voto per l’insediamento, limitando i lavori da 12 a 6 mesi, a cui vanno sottratte altre settimane di pausa; all’interno della Commissione si sono fronteggiate due posizioni, quella delle opposizioni e quella della maggioranza, che ha tentato di limitare al massimo gli orizzonti dell’inchiesta». Tempi troppo stretti, secondo il consigliere della Lega Nord, quelli dedicati alle audizioni dei comitati cittadini, così come troppo poco tempo è stato dedicato alla relazione del direttore dell’Arpa Walter Ganapini e ai rappresentanti sindacali di Gesenu. Sono mancati alcuni soggetti e non è stato ascoltato neppure l’assessore competente, così come non c’è stato modo di ascoltare i rappresentanti di Guardia di finanza e Forestale e non sono stati fatti i sopralluoghi nelle discariche e negli impianti di trattamento.

Critiche Stesse critiche condivise anche da Andrea Liberati per cui si è verificata una certa dispersione del lavoro cui sono seguite, talvolta, risposte approssimative anche da parte degli interlocutori. «Le interdittive hanno toccato Gesenu e altre società, praticamente l’intero Ati 2 visto anche quanto accaduto con Tsa, le gare d’appalto con i ribassi minimali ridicoli che ci sono stati non hanno avuto alcuna ricaduta in positivo, in fatto di tariffa, per cittadini, famiglie, imprese.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli