San Gemini, il Comune si compra il Parco della Fonte

Accordo preliminare per acquisire sei dei sette ettari dell’area, Clementella: «L’obiettivo è rivitalizzarlo tutto»

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di Federica Liberotti

Il Comune di San Gemini punta a restituire ai cittadini – per ora almeno in parte – il Parco termale della Fonte di San Gemini: il consiglio comunale, nella seduta di mercoledì, ha infatti deliberato l’acquisizione di sei dei sette ettari del grande polmone verde, inseriti nei lotti della procedura fallimentare della Sangemini all’asta dal 2014.

I passaggi

È stata la giunta a proporre al consiglio l’acquisto, sulla base di precedenti contatti avuti con l’attuale proprietario della porzione del parco interessata, la società semplice agricola Maglio D&D di Campagna (Salerno), che a dicembre si era aggiudicata all’asta i sei ettari, contenuti all’interno di un lotto di 80 ettari complessivi di terreni boschivi appartenuti alla Sangemini. Il Comune ha quindi raggiunto un accordo preliminare con la società che prevede l’alienazione di questa specifica porzione – per una superficie totale di 60 mila 102 metri quadri – al prezzo di 22 mila euro. «Un grande passo in avanti – commenta l’acquisizione ormai prossima il sindaco di San Gemini, Luciano Clementella -, una vittoria che ora dovremo portare a compimento acquisendo anche l’ultimo ettaro di parco. Lo spirito di questa operazione, che stiamo portando avanti con grande tenacia, è infatti quello di riconsegnare alla collettività un patrimonio del valore incredibile, rivitalizzandolo».

Manca la parte principale, ma Comune al lavoro

L’ettaro mancante è anche quello principale e dunque più importante per la completa fruibilità dell’area: qui si trovano infatti, tra le altre cose, l’ingresso del parco, i fabbricati dismessi e le cannelle per la mescita dell’acqua e il lotto, da solo, ha attualmente un valore di circa 900 mila euro. Sette le aste andate deserte finora – l’ultima a dicembre 2019 -, ma l’obiettivo del Comune è comunque quello di trovare le modalità tali per «completare l’acquisizione della superficie mancante e mettere in campo le risorse, magari con l’aiuto di privati, per il recupero, la tutela, la fruizione e lo sviluppo di questo importante patrimonio della comunità». Un’operazione, questa, che sarebbe più praticabile – è al momento solo un’ipotesi – se magari all’interno del lotto ancora in vendita venissero scorporati gli immobili dismessi dall’area verde, quella che interessa all’amministrazione. Le interlocuzioni con il tribunale – che in passato aveva concesso il parco in comodato d’uso gratuito alla Pro Loco per utilizzarlo nei mesi estivi – saranno determinanti. Di strada dunque ce ne è ancora da fare, intanto un primo passo è stato compiuto per far tornare il parco a rivivere.

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