San Simeone: «Qui c’è il senso della comunità e dell’accoglienza»

Raffaello Federighi dice la sua sul monastero di Stroncone e sulle tante attività che vi si svolgono: «Merito di padre Massimiliano»

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di Raffaello Federighi

Homo viator, il concetto espresso dall’ultimo grande papa, Giovanni Paolo II, che ha scritto ‘l’uomo non può pensare alla propria vita se non come un pellegrinaggio’. Ognuno di noi ha percorso un cammino lungo, a volte impervio, la meta è incerta, il viaggio invece reale e non possiamo mai tornare indietro.

Nel cuore dell’Umbria più verde, più atavica, tra Terni e Stroncone, si trova il monastero di San Simeone, dove ognuno di noi, viandante incerto di questa dimensione, vi può trovare una sosta e nel contempo il ristoro dell’anima, dimenticando per un istante i minacciosi Cavalieri dell’Apocalisse che si stagliano all’orizzonte. Un luogo solitario ma non remoto, dove riflettere sulle cose che contano veramente senza rigidità formale, dove la trascendenza non è triste e non ha confini, neanche mentali.

Ad opera dei ‘Ricostruttori nella preghiera’, guidati da padre Massimiliano, il convento talvolta si trasforma in cenacolo, dove la conoscenza è offerta con la semplicità della sapienza antica, dove medici, farmacisti, professori universitari, artigiani, liberi pensatori si fanno concavi e convessi ed insegnano imparando, con gioia sincera. Dimenticate conoscenze si spiegano alla luce delle moderne scoperte, che a loro volta s’inchinano a verità quasi perdute.

Partecipare a questi incontri significa riscoprire il senso della comunità e dell’accoglienza, dove chi sa è cosciente di non sapere e per questo è prezioso. Troverete persone disparate, che riscoprono la fratellanza del consorzio che si fa cenacolo e condividono saperi antichi e cibo semplice, sempre con un sorriso di tolleranza.

Venite a San Simeone, ascoltate, regalate una parte del vostro tempo, lasciandovi alle spalle ansie e divisioni, bevete l’acqua di un divino che si fa quotidiano e mai v’intimorisce ma sempre vi sorride, spingendovi a tornare, ancora e ancora. Tra gli archi del chiostro e le remote stanze, circondati da una magia silvestre, potreste sentire sussurrare ‘As salam alaykum’ e rispondere ‘Pax tibi’, comprendendo che può davvero esistere un unico Dio immanente, diverso solo nelle nostre convenzioni.

In realtà il Vangelo di Giovanni che afferma ‘la pace sia con te’, non contrasta con i precetti di Gautama Buddha, o del Profeta. San Simeone ti rallegra nell’anima, rammentandoti che ‘ogni luogo è qui e ogni momento è adesso’, dando sostanza alle antiche domande che accompagnano la genesi umana, la caducità della vita, il mistero della morte, chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando e soprattutto perché?.

Grazie al nostro amico padre Massimiliano che ci mostra la via di un Dio, che in suo nome non sgozza e non brucia, non costruisce muri, bensì favorisce ponti di comprensione, che sempre accoglie e con il fervore di un costante operare ci rammenta la saggezza degli antichi padri della Chiesa che ‘cercavano per trovare e trovavano per cercare ancora’.

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