Sanità in Umbria: «Serve cambio passo»

Confronto all’ospedale di Perugia tra Cgil, Cisl, Uil, l’assessore Barberini e operatori del settore, proposte dal sindacato: «Problema potrebbe esplodere nel breve periodo»

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Un confronto con l’assessore regionale Luca Barberini e diversi operatori del settore per presentare le proprie proposte in materia di sanità umbra. «Se non si interviene su alcuni nodi in maniera decisa, il problema della salute nella nostra regione potrebbe esplodere nel breve periodo», le parole di Vincenzo Sgalla, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini – segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil – nell’esporre idee e possibili soluzioni sull’argomento. L’iniziativa c’è stata giovedì mattina nella sala Mercati dell’ospedale di Perugia.

Luca Barberini

Ticket e liste d’attesa Di base, secondo i sindacati, c’è il problema dell’«espansione dei sistemi privati, soprattutto nel campo della diagnostica, dovuta elevati tempi di attesa della sanità pubblica e ai costi dei ticket per le prestazioni specialistiche. Fattori che rendono attrattivo e competitivo il privato». Soluzioni? «Rivisitazione dei ticket (con allargamento delle fasce di esenzione) e abbattimento delle liste d’attesa, da realizzare con un progetto straordinario capace di affrontare la questione delle dotazioni organiche, del possibile pieno utilizzo delle strumentazioni, anche ampliando gli orari di accesso, e con un’attenta verifica dell’attività di intramoenia; con la possibilità di sospensione nel caso in cui i tempi di attesa superino quelli consentiti. Fondamentale poi l’azione di monitoraggio dei risultati, che deve essere costante ed affidata ad un osservatorio regionale che preveda la presenza delle organizzazioni sindacali confederali e di categoria».

Vincenzo Sgalla

«Niente confronto» I sindacati, sul punto, fanno presente che «la passata legislatura ha visto la sostanziale assenza di un confronto strutturato e continuativo con le organizzazioni sindacali, interrompendo quella lunga e proficua storia di confronto confederale, che ha contribuito a produrre negli anni un sistema regionale di welfare avanzato e partecipato». Per quel che concerne la strada intrapresa per la stesura del nuovo piano sanitario «i numerosi tavoli tematici, le giornate di approfondimento specifiche e gli incontri sul territorio rappresentano senz’altro uno strumento di partecipazione democratica, ma che non deve sostituire la funzione di rappresentanza, di confronto e di trattativa propria delle organizzazioni sindacali».

Ulderico Sbarra

Distretti sanitari Per i sindacati inoltre ci sono «disparità territoriali di trattamento sia dei cittadini a causa della non omogenea diffusione dei servizi, sia per quanto riguarda l’impiego del personale». Dunque, secondo Cgil, Cisl e Uilm occorre il rafforzamento dell’offerta di salute nei territori: «Per questo è fondamentale riconfermare il ruolo essenziale dei Distretti Sanitari con il loro assetto di medicina territoriale e rendere strutturale, funzionale ed ampia l’esperienza delle Case della Salute, realizzandole compiutamente in ogni distretto ed estendendole h24. Vanno anche restituiti ruolo e centralità ai consultori familiari, servizi fortemente voluti dalle donne e connessi strettamente con i loro diritti. Nella nostra regione – denunciano i sindacati – lo standard di un consultorio ogni 20 mila abitanti non viene rispettato e da tempo non si sostituisce il personale che va in pensione».

Claudio Bendini

Il sisma Si è passati poi al terremoto: «Necessario – hanno sottolineato i sindacati – intervenire al più presto per ricostruire le strutture di Norcia e Cascia, anche considerando che sono state previste risorse nazionali aggiuntive. Nel frattempo, è assolutamente necessario realizzare un modulo ospedaliero provvisorio con almeno 20 posti letto per garantire la prosecuzione dell’attività ospedaliera».

Sicurezza sul lavoro Ultimo argomento quello legato alla sicurezza sul lavoro: «La Regione dovrebbe promuovere protocolli di sicurezza aziendali, di sito e di filiera facendosi garante della loro applicazione. L’ultimo drammatico incidente alle acciaierie di Terni è emblematico: nonostante le ripetute denunce di Rsu e sindacati, infatti, l’azienda non ha aperto – hanno concluso – un confronto con le rappresentanze dei lavoratori che era ed è invece assolutamente necessario».

Luca Barberini

Barberini Dal canto suo l’assessore regionale alla sanità ha spiegato che «alle organizzazioni sindacali chiedo un contributo autorevole e positivo nella redazione del nuovo piano sanitario regionale, per costruire insieme un modello innovativo di sanità umbra che possa dare risposte più efficaci ai bisogni di salute dei cittadini. Il nuovo Piano sanitario non sarà uno strumento precostituito e calato dall’alto, ma costruito dal basso attraverso un’ampia partecipazione della comunità regionale e di tutte le categorie interessate. Il confronto e la collaborazione del sindacato sono fondamentali per contribuire all’analisi e alla realizzazione degli obiettivi. In questo quadro, in un contesto sociale e normativo completamente cambiato, è necessario introdurre veri elementi di innovazione per assicurare servizi e risposte davvero adeguate ai bisogni della comunità regionale, ponendo al centro la persona e le sue difficoltà, puntando su qualità, equità, universalità, accessibilità».

«Regione benchmark» Barberini ha poi aggiunto che «la riforma della sanità umbra parte da elementi positivi. Siamo una delle quattro o cinque regioni italiane con conti in ordine e quindi possiamo guardare con serenità al futuro e a nuovi modelli; siamo regione benchmark, cosa non scontata per una realtà piccola come la nostra; abbiamo la quota più bassa di risorse destinate al privato. Tra le criticità da tenere presenti, ci sono invece il fatto che siamo tra le regioni che hanno risentito di più della crisi economica e tra le più vecchie d’Italia, con gli ultra 65enni che rappresentano oltre il 25% della popolazione, con tutte le conseguenze che ne derivano. Tra gli obiettivi del nuovo piano ci sono l’abbattimento delle liste di attesa, la realizzazione di una sanità di prossimità, il potenziamento della prevenzione, dei servizi territoriali e delle cure primarie, risposte più efficaci alla cronicità che oggi assorbe il 70% delle risorse del Fondo sanitario nazionale, un maggiore sostegno alle persone più fragili, la riqualificazione della rete ospedaliera, servizi e riposte omogenei su tutto il territorio regionale, una stretta sinergia con quanto previsto dal Piano regionale per la prevenzione e dal Piano sociale regionale già approvati».

Le cose fatte In conclusione un accenno a quanto svolto finora: «In questi mesi – ha terminato Barberini – non abbiamo perso tempo, abbiamo raccolto gli input del Dm 70 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, che impone numeri ed esiti di un certo tipo per assicurare prestazioni di qualità; abbiamo riconvertito alcune strutture ospedaliere per dare maggiori risposte alle post acuzie; abbiamo recepito i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) e il piano nazionale della cronicità; abbiamo approvato il nuovo piano sociale regionale che si integrerà con quello sanitario; stiamo definendo un accordo con i medici di medicina generale per l’attivazione, per la prima volta in Umbria, di Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) che consentiranno di potenziare cure primarie e servizi territoriali».

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