Sanità Umbria, salta il sistema informatico: riecco le ricette ‘rosse’

Il disservizio si è presentato nel bel mezzo del picco influenzale

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di Giovanni Cardarello

«Gentile paziente, si informa che per un disservizio generale della Regione Umbria non sarà possibile l’invio telematico delle ricette da voi richieste presumibilmente per almeno tre giorni». E ancora: «La segreteria sarà a disposizione per eseguire tutto ciò che sarà urgente usando il vecchio sistema cartaceo».

Con questo laconico messaggio centinaia di medici di famiglia del sistema sanitario regionale dell’Umbria hanno comunicato, via mail o in modo cartaceo sulle porte dei vari studi, il nuovo problema che sta attraversando la nostra regione. Parliamo del blocco delle ricette informatiche, o dematerializzate se preferite, uno dei fiori all’occhiello della sanità regionale. Un blocco scattato la mattina del 2 gennaio e per la risoluzione del quale sono stati necessari quattro giorni interi di lavorazione.

Ma cosa è successo? La mattina del primo giorno lavorativo del 2024 i medici di famiglia e gli operatori di Punto Zero, la società pubblica che gestisce i servizi legati alla sanità regionale, hanno trovato un blocco complessivo nel sistema che eroga le ricette informatiche. Un blocco che, con il passare delle ore, è apparso sempre più complesso da risolvere fino a quando, alle prime ore di mercoledì 3 gennaio, è stato consigliato agli operatori sanitari di tornare al vecchio meccanismo delle ricette ‘rosse’. Ricette scritte a mano o, alla peggio, stampate con il computer di studio dei medici.

Il disagio è apparso subito evidente ed ha tre aspetti non secondari da sviscerare. Il primo, incredibile per l’anno 2024, è quello di costringere pazienti e familiari dei pazienti ad affollare gli studi medici per ritirare le ricette a mano. Quelle inviate via Whatsapp vanno comunque stampate e molti non hanno la manualità e la conoscenza informatica sufficienti per completare la procedura. E con tutto ciò che ne consegue in termini di promiscuità e di diffusione tanto della virulenta influenza stagionale, quanto per il Covid-19.

Il secondo aspetto riguarda, ovviamente, l’affollamento nelle farmacie. Da Perugia e Terni, passando per Spoleto, Gubbio e Città di Castello non è difficile imbattersi in file lunghe e complesse da gestire all’esterno dei punti di vendita. Il terzo aspetto è rappresentato dal danno economico per la Regione Umbria. Risulta grave, infatti, perdere il controllo della spesa farmaceutica per diversi giorni generando così difficoltà, ad una voce decisiva del bilancio della principale istituzione di prossimità. E, al tempo stesso, mettere in conto importanti extra costi tanto per la soluzione del problema informatico quanto per il ricalcolo effettivo della spesa. Ma non solo.

Al blocco nel sistema delle ricette si è accodato un serio problema al sistema del CUP, il Centro unico per le prenotazioni, anch’esso andato in sofferenza. Va evidenziato che l’intervento dei tecnici di Punto Zero e Sac Sogei è stato immediato e si è protratto, senza sosta, per quattro giorni effettivi di lavoro, ma la sensazione è che la situazione sia destinata a riproporsi. Ne è certo Leandro Pesca, consulente della Fimmg regionale, Federazione italiana dei medici di medicina generale il quale dichiara senza mezzi termini, a Il Messaggero, che «il sistema che non regge».

Il Sar, il Sistema di accoglienza regionale dei dati sanitari, prosegue Pesca «spesso va in tilt. Succede sia all’’inizio della settimana, o sul finire quando c’è una richiesta maggiore di prescrizioni». E con un altro rischio da sottolineare all’orizzonte. I ricettari rossi iniziano a scarseggiare, del resto con la ricetta dematerializzata ne vengono prodotti sempre meno, e senza una soluzione definitiva del problema informatico anche scrivere ricette a mano potrebbe diventare difficile.


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