Se si parla di esuberi la Sangemini se ne va

Mercoledì l’azienda ha lasciato il tavolo di trattativa con i sindacati quando è stato affrontato il piano sociale: cresce l’incertezza

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Buona volontà per ciò che attiene il piano di sviluppo, segnali meno confortanti – di contro – sul piano commerciale che non è stato ancora presentato. Totale chiusura – invece – sul piano sociale, quello relativo a cassa integrazione ed esuberi, e organizzazione del lavoro.

L’azienda saluta e se ne va

Soprattutto per quest’ultimo motivo la trattativa fra le organizzazioni sindacali – Fai, Flai e Uila – e la direzione aziendale della Sangemini, mercoledì pomeriggio si è interrotta, con la prima che ha abbandonato il tavolo. Ma è anche l’assenza del piano commerciale – ritenuto dalle sigle decisivo per una valutazione complessiva su investimenti, garanzia dei marchi e dei posti di lavoro – a pesare sul clima di incertezza che regna sullo stabilimento delle acque minerali.

«Gravi provocazioni»

Così Fai, Flai e Uila: «Sarà immediatamente informata del grave episodio la Regione Umbria, garante delle concessioni, in un incontro formalizzato nelle prossime ore. Respingiamo al mittente le gravi provocazioni che non tengono conto di un equilibrio sociale, su quella che ormai è diventata una vertenza sindacale a tutti gli effetti». Proprio martedì i lavoratori in assemblea avevano espresso tutte le proprie perplessità sul piano presentato dalla Sangemini in Confidustria, dando mandato ai sindacati di trattare al tavolo. Che per il momento è saltato.

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