Storie di mafia a Terni: condannato 74enne

Salvatore Lo Cricchio condannato a sei anni e otto mesi di reclusione per trasferimento fraudolento di valori

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La vicenda è di quelle datate, perché risale al biennio 2003-2005 e narra di investimenti sospetti – mobiliari e immobiliari – fra Terni, Narni e Acquasparta. Operazioni su cui al tempo si era ‘posato’ l’occhio della Direzione distrettuale antimafia di Perugia perché ritenute nient’altro che riciclaggio messo in atto da un prestanome – il palermitano Paolo Faraone – per conto di un altro siciliano, Salvatore Lo Cricchio originario di Partinico, a sua volta ritenuto – dagli inquirenti – una sorta di braccio destro della famiglia mafiosa Madonia di Trapani. Nel 2008 erano scattati anche sequestri per un ammontare di circa 2,5 milioni di euro: un negozio in corso Vecchio a Terni, due appartamenti ad Acquasparta, la ditta individuale con cui Faraone gestiva un supermercato sempre a Terni ed un ristorante di cui era titolare nella zona di Narni Scalo.

La sentenza

Da quell’indagine è scaturito un lungo e sofferto procedimento giudiziario di cui umbriaOn ha ripercorso le tappe principali e che ha visto emettere, a diversi anni di distanza dai fatti, la sentenza di primo grado lo scorso 27 marzo, di fronte al collegio penale del tribunale di Terni presieduto da Rosanna Ianniello. Salvatore Lo Cricchio (74 anni) è stato condannato a sei anni e otto mesi di reclusione per ‘trasferimento fraudolento di valori’, reato aggravato dall’aver commesso il fatto per agevolare l’associazione mafiosa di cui era ‘fiancheggiatore’. In aula il pm Giuseppe Petrazzini aveva chiesto sei anni. Per lo stesso reato, invece, Paolo Faraone (54) si è visto riconoscere l’intervenuta prescrizione, esito dei diversi ‘ping pong’ giudiziari succedutisi nel tempo.

Parla la difesa

Così l’avvocato Leonardo Capri, che difende entrambi: «Per l’esito processuale relativo a Faraone non possiamo che dirci soddisfatti perché, pur avendo attraversato vicissitudini giudiziarie pesanti, è l’esito delle nostre osservazioni, precedenti e attuali, accolte dai vari tribunali. Circa Lo Cricchio, attendiamo di conoscere le motivazioni del collegio ma continuiamo a ritenere insussistente l’aggravante di agevolazione mafiosa e qualsiasi collegamento con la famiglia Madonia».

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