Tct: l’Ast temporeggia. Ancora nessuna svolta per i 51 dipendenti

Terni – Nuove rassicurazioni ma per ora mancano impegni formali sul loro destino. Attesa per l’incontro di martedì in Regione

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Ast rimane per ora alla finestra e attende eventuali sviluppi nella procedura di licenziamento collettivo dei 51 dipendenti della Tct, l’azienda che si occupa del taglio e della commercializzazione dei tubi per conto del Tubificio di Terni: dall’incontro tenuto lunedì mattina con le segreterie territoriali di Fim, Fiom e Fismic, insieme alle rsu, i vertici aziendali hanno ribadito la disponibilità a farsi carico delle ricadute occupazionali – ormai non più solo eventuali, salvo nuovi colpi di scena – della chiusura dell’attività di proprietà di Gino Timpani annunciata per il 21 maggio, ma senza al momento assumere impegni formali su numeri, modalità e tempi. La prospettiva dovrebbe comunque essere quella di una parziale internalizzazione del servizio, già avviata in questi ultimi giorni – dopo che i dipendenti della Tct sono stati posti in ferie – grazie ai tre impianti di taglio installati da qualche mese al Tubificio.

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L’appuntamento di martedì

Gli occhi dei lavoratori – che lunedì alle 15 si sono di nuovo riuniti in assemblea – sono ora puntati sull’incontro fissato per le 16 di martedì a Perugia all’assessorato regionale allo Sviluppo economico, dove l’assessore Michele Fioroni, oltre ai rappresentanti sindacali e delle aziende interessate, ha convocato anche Confindustria e Arpal. Lì si ritroveranno anche gli stessi dipendenti di Tct in presidio. Prima però che vengano prese decisioni su eventuali strumenti alternativi, come gli ammortizzatori sociali, sarà importante capire quali siano le reali intenzioni delle parti in causa sul fronte occupazionale, per trovare una soluzione seria e concreta a quella che rischia di diventare una nuova bomba sociale in un territorio già abbondantemente segnato dalla crisi industriale.

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