Terni, lotta a Pm10: «Serve fare di più»

Raffaele Nevi (FI): «La firma del protocollo tra Regione e ministero Ambiente è un primo passo. Ma stanziamento spot non basta, blocco traffico una sconfitta»

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di Raffaele Nevi
Deputato e vice coordinatore regionale vicario FI

A sinistra Raffaele Nevi

La firma del protocollo d’intesa per la qualità dell’aria a Terni, tra ministero dell’Ambiente e Regione, è un primo passo dopo anni di sollecitazioni da parte di Forza Italia a tutti i livelli, da ultima la proposta di riconoscere Terni come area ambientale complessa.

IL PROTOCOLLO E LE MISURE: DAL 2020 BLOCCO CINQUE GIORNI A SETTIMANA VEICOLI INQUINANTI

Leggerò attentamente il testo dell’accordo ma sicuramente non può bastare uno stanziamento spot, unito, da quello che si legge sulla stampa, a provvedimenti di blocco del traffico che rappresentano per noi una sconfitta nella lotta agli inquinanti. Bloccare il traffico e scaricare gli enormi disagi di tale provvedimento sui cittadini, peraltro i più poveri, significa alzare bandiera bianca e rinunciare a quell’opera di risanamento strutturale certamente più difficile e dispendioso, che abbiamo in mente noi.

La nostra proposta tradotta in emendamento alla manovra e che, annuncio, stiamo depositando sotto la forma di organico disegno di legge alla Camera, con una previsione di spesa di 240 milioni di euro in tre anni, va esattamente in questa direzione. Per essere approvata necessita però di una forte volontà politica e una grande sensibilizzazione cittadina che cercheremo di portare avanti a partire dal mese di gennaio quando avvieremo degli incontri bilaterali con tutte le forze politiche, compreso il Movimento 5 Stelle.

Per ora ben vengano anche le piccole cose ma certamente serve un impegno diverso del Governo, insieme alla Regione, agli enti locali, alle associazioni di categoria, alle multinazionali e alla fondazione Carit. Nessuno può dimenticare che Terni, insieme a poche altre aree del paese, produce prodotti fondamentali per l’Italia come, solo per fare due esempi, l’acciaio e l’energia elettrica. Tutto ciò ha bisogno di un riconoscimento legislativo e noi lavoreremo per ottenerlo.

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