Terni, Acea al Comune: «Ci dovete tre milioni»

‘Ultimatum’ a palazzo Spada: con un decreto ingiuntivo esecutivo chiede all’ente quasi 3 milioni di euro: c’è il rischio di un nuovo pignoramento

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Per le disastrate casse del Comune di Terni, alle prese con un predissesto tutt’altro che agevole da gestire, all’orizzonte si stagliano nuove e vecchie ‘grane’. L’ultima – l’ennesima – è rappresentata dall’ultimatum della Acea Ambiente Srl che attraverso l’avvocato Emilio Festa chiede ben 2.852.121,99 euro, comprensivi di spese, sulla base del decreto ingiuntivo – esecutivo – emesso dal tribunale di Terni a fine 2016 e legato a crediti maturati dall’ex S.A.O. Servizi Ambientali Orvieto Srl.

Il ‘precetto’ Attraverso una missiva inviata al sindaco Di Girolamo il 27 febbraio, il legale della Acea Ambiente intima il pagamento ‘bonario’ della consistente cifra entro dieci giorni dal ricevimento dell’atto, tecnicamente definito ‘precetto’. In assenza di riscontri, scrive il legale, «si procederà ad esecuzione forzata come per legge»: leggasi ‘pignoramento’.

Il debito La somma è legata al conferimento di rifiuti solidi urbani, partiti da Terni, presso la discarica di Orvieto. Fatture relative al biennio 2015-2016 e che, con il passare del tempo – in assenza di pagamenti da parte dell’ente – hanno raggiunto una consistenza ‘milionaria’. Nella lettera, infine, il legale della S.A.O. ricorda al Comune – attraverso una formula obbligatoria nel ‘precetto’ – che «con l’ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professionista nominato dal giudice, può porre rimedio alla situazione di sovraindebitamento concludendo con i creditori un accordo di composizione della crisi o proporre agli stessi un ‘piano del consumatore’».

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