Quello eseguito nella serata di venerdì nella zona di Città Giardino, non è stato l’unico arresto per maltrattamenti scattato a Terni nel corso della giornata. Di mattina infatti, in strada di San Clemente – fra borgo Rivo e Piedimonte – un 51enne ternano è finito in manette con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e danneggiamento. L’uomo, fermato dalla polizia di Stato, è stato tradotto in carcere e lunedì il tribunale di Terni – giudice Barbara Di Giovannantonio – ha convalidato quanto eseguito, confermando la misura cautelare più restrittiva. Secondo quanto appreso, la vittima delle azioni dell’uomo è la moglie, gravemente malata (da qui la contestazione delle aggravanti da parte dell’autorità giudiziaria ternana). Poche ore prima del fatto, la donna aveva sporto denuncia contro il marito per maltrattamenti. Nel timore che potesse venire a saperlo, e quindi preoccupata dell’eventuale reazione, è rientrata in casa accompagnata da due persone. Lì il 51enne ha compreso la situazione che si andava delineando ed ha dato pesantemente in escandescenze. Tanto da far scattare l’intervento di più pattuglie della polizia di Stato che lo hanno fermato e qundi – con il ‘codice rosso’ assegnato al caso – arrestato e portato in carcere. Dopo la conferma della misura, il suo legale difensore – l’avvocato Leonardo Capri – ha inteso rivolgersi al Tribunale del Riesame per ottenere una revisione della misura: la decisione è attesa a stretto giro.
Picchiata: 5 giorni di prognosi
Di seguito la nota diffusa dalla questura sull’arresto del 51enne ternano, «operaio, incensurato, responsabile del reato di maltrattamenti e lesioni personali in pregiudizio della moglie che nella circostanza ha riportato lesioni giudicate guaribili in 5 giorni. All’arrivo della squadra Volante presso l’abitazione della coppia, l’uomo aveva perso il controllo ed aveva appena picchiato la moglie e minacciato con un coltello e con degli arnesi da lavoro delle persone di fiducia di sua moglie, dalle quali quest’ultima si era fatta accompagnare a casa, temendo di essere aggredita dal coniuge, come avvenuto anche in precedenti occasioni».
