Terni al centro della ricerca sul Parkinson

Il direttore della neurologia Carlo Colosimo: «Test clinici su fase precoce della malattia sono incoraggianti». Sabato 24 novembre un incontro sul tema

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In occasione della giornata nazionale dedicata al Parkinson, sabato 24 novembre, la struttura di neurologia dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni ha organizzato un incontro aperto a pazienti, familiari e a chiunque sia interessato ad avere informazioni su diagnosi clinica e genetica della malattia, aspetti neuropsicologici e sociali e le terapie che possono aiutare a contrastarne i sintomi, anche alla luce dei nuovi farmaci in sperimentazione. L’appuntamento è dalle ore 10 alle 12 nell’aula B del centro di formazione dell’ospedale.

4 mila pazienti in Umbria

Durante l’incontro il direttore della struttura di neurologia Carlo Colosimo e altri medici specialisti, affronteranno sotto diversi aspetti la malattia di Parkinson, il disordine neurodegenerativo progressivo più diffuso nel mondo dopo l’Alzheimer, che in Italia colpisce circa il 2% della popolazione dopo i 70 anni, con un tasso di incidenza in significativo aumento con il crescere dell’età. In Umbria si stimano circa 4 mila persone colpite da Parkinson, con un’età di esordio molto variabile che va dai 40 anni fino all’età avanzata.

Sofferenza psico-fisica

Il sintomo principale della malattia di Parkinson è costituito da un’alterazione del movimento volontario e automatico che, oltre ad essere più lento e difficile, è spesso associato a rigidità e al tremore che è la caratteristica più evidente e nota della malattia. Le cause di sofferenza riguardano non soltanto la ridotta mobilità e le cadute, ma anche disturbi del sonno, perdita di volume ed espressività della voce, disturbi dell’affettività e delle emozioni e difficoltà relazionali che spesso sconfinano nell’isolamento, con una consapevolezza dei cambiamenti quasi sempre lucida e fonte di sofferenza interiore.

Terni al centro della ricerca

La neurologia dell’azienda ospedaliera di Terni è uno dei pochi centri al mondo (una quindicina in tutta Europa) in cui sono in corso trial clinici per testare l’efficacia degli anticorpi anti alfa-sinucleina su pazienti parkinsoniani in fase precocissima di malattia, i cui risultati in questa prima fase già appaiono promettenti. Già lo scorso aprile il dottor Colosimo prospettava la possibilità, entro i prossimi due anni, di avere i primi dati di efficacia e tollerabilità di queste sperimentazioni, che poterebbero veramente aprire un capitolo del tutto nuovo della terapia del Parkinson e di altre malattie neurologiche correlate.

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