Alessio Patalocco di scena in Calabria con Voyage à Calais

L’opera dell’artista ternano sarà presentata al Museo d’arte del bosco della Sila: storia di migrazione, rifiuto e accoglienza

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Una storia di migrazione, rifiuto e accoglienza. Si chiama Voyage à Calais ed è l’opera dell’artista e architetto ternano Alessio Patalocco che sarà presentata giovedì marzo al Mabos, il Museo d’arte del bosco della Sila, in collaborazione con Amnesty International Italia.

L’opportunità

Si tratta del parco espositivo che comprendere più di 35 opere prodotte da artisti nazionali e internazionali. «Durante una mostra, l’art manager Antonella Bongarzone ci ha presentato l’artista Alessio Patalocco – sottolineano Mario Talarico ed Elisabetta Longo, rispettivamente fondatore e direttrice del Mabos – che aveva realizzato quest’opera nell’ambito di una campagna di divulgazione e sensibilizzazione sui grandi temi umanitari attraverso i linguaggi dell’arte urbana. Sostenuta nel 2017 dall’Ong e destinata ad essere collocata nel porto di Calais, in Francia, non solo in qualità di luogo della ‘giungla’ dei migranti ma anche come crocevia di scambi culturali e commerciali, è stata invece rifiutata dall’amministrazione locale, come chiaro e netto gesto politico di chiusura contro il tema dell’accoglienza». Composta da tredici lastre di ferro, piegate e saldate, naturalmente arrugginite e verniciate con spray bianco e nero, l’opera traduce in azione artistica la resistenza materiale dei corpi riaprendo la questione irrisolta tra la peregrinazione dello spirito e la corporeità dell’unità.

Il significato

«Il rifiuto dell’opera – le parole di Patalocco – da parte di Calais è stato sintomatico, anche se come individui ci viene istintivo voltare lo sguardo altrove per fuggire dalle cose che ci fanno sentire in colpa o soffrire, come comunità abbiamo sempre il dovere di essere duri di fronte alle intolleranze o ai razzismi che oggi si raccontano spesso con altri termini, ma che non cambiano nella sostanza. In fondo questa storia insegna che laddove c’è qualcuno che ti respinge da un’altra parte ci sarà qualcuno che ti accoglie proprio per quello che sei». Il viaggio è il leitmotiv dell’opera di Alessio Patalocco che, come evidenzia l’art manager Antonella Bongarzone, «rappresenta l’oggetto fisico e simbolico di un diario, dove l’uomo è essere-in-transizione in continua prossimità con l’infinito, disegnando un’incontenibile progetto di libertà». L’opera «ricorda le barche dei migranti, ma anche un nastro che racconta una storia per immagini ispirate all’arte rupestre, ma realizzate con mezzi primitivi dell’arte di strada» aggiunge Patalocco illustrando l’opera. Interverranno anche educatori e attivisti della circoscrizione calabrese di Amnesty International e operatori e ospiti della Cooperativa sociale ‘Jungi Mundu’ di Camini, che testimonieranno un attivismo instancabile a difesa dei diritti umani nonché esempi concreti di nuovi mondi possibili. Nella giornata in Calabria sarà di scena anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che ha sostenuto sin da subito l’operazione. «Oggi più che mai bisogna parlare di accoglienza, continuare a coltivare quella tenerezza per tutte quelle persone che si sentono respinte o che fuggono da guerre, disagio economico o sociale», il messaggio lanciato.

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