Terni, ‘Arti in scena’: giocare con Pirandello

La professoressa Bregliozzi e alcune alunne del liceo classico hanno raccontato ‘I giganti della montagna’, per la conferenza-spettacolo organizzata dalla società Dante Alighieri

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di A.V.

Diffusione della lingua e della cultura italiana. È questo l’obiettivo dichiarato dal manifesto della società Dante Alighieri che opera nel mondo della cultura dal 1868. Per questo la presidente del comitato di Terni, Maria Rita Chiassai, ha programmato ‘Arti in scena’. Protagonista del 17 gennaio, una conferenza-spettacolo messa in scena dalla professoressa Annarita Bregliozzi e da alcune ragazze della terza D del liceo classico G. C. Tacito. Il soggetto: ‘I giganti della montagna’, di Luigi Pirandello.

conferenza spettacolo, pirandello, dante alighieriConferenza-spettacolo Una presentazione del tutto nuova che ha trasportato la platea della sala Blu di Palazzo Gazzoli, tra fine 800 e inizi del 900, a osservare un giovane Pirandello, indeciso tra un giudizio negativo sul teatro naturalistico da un lato, ma dall’altro lato attratto in modo consapevole dalla potenza del cinematografo che però «svuota le persone, lasciando sulla scena solo ed esclusivamente una figura, un gesto». Entusiasta di questo ‘gioco’ Chiassai, dopo aver ricordato come la società voglia essere un punto di riferimento nella realtà locale per attività culturali e sociali, ha lasciato la parola a Bregliozzi che spiega come tutto è nato da un gioco.

Come i bambini «Come i bambini che fanno un gioco e poi ci credono e lo vivono come vero», così la professoressa ha iniziato la presentazione. «Avete mai visto i bambini che giocano? il gioco dei bambini è vero, è simile al teatro, dove per un’ora o due possiamo assistere a un gioco, stringendo un patto di fiducia con gli attori per cui crediamo come vero a ciò che è rappresentato». Partendo da questo presupposto Bregliozzi spiega che lei e le alunne della terza D hanno deciso di accettare il gioco, di mettersi in gioco in prima persona e hanno mescolato Pirandello, i testi che hanno una vita autonoma e la riflessione critica sul racconto. Più che uno spettacolo un laboratorio in cui ognuno ha accettato la sfida. «Non so ancora cosa ne sia venuto fuori», dice. «Di certo per tutte noi è stato un bel gioco. Spero lo sia anche per voi. Tutto sta a fare come i bambini». E poi, un attimo di silenzio e…«buio».

conferenza spettacolo, pirandello, dante alighieriTutti al buio Ormai siamo dentro e siamo totalmente attratti dal racconto che scorre e non vediamo l’ora che la scena si animi. Alla voce coinvolgente della Bregliozzi che analizza la vita e le opere del grande scrittore, si alternano le ragazze che bloccano la critica e portano sulla scena quello che un secondo prima è stato raccontato. Ognuna aspetta rispettosa il suo turno e poi inizia a dare voce e corpo ai ‘fantasmi’ dell’autore, recitando passi scelti dall’opera. Così in questo serpeggiare tra una scena in atto e una scena raccontata, in questo buio alternato a rari momenti di luce, raccontando la storia dei Giganti della montagna è stato ripercorso il rapporto dell’autore con il teatro, arte impossibile, anche in relazione con il cinema.

conferenza spettacolo, pirandello, dante alighieriLa trama La storia è semplice. Richiama la tecnica del teatro nel teatro tanto cara allo scrittore. Così ne ‘I giganti della montagna’ Pirandello racconta di un gruppo di disadattati che trovano rifugio in una villa chiamata ‘La Scalogna’. Qui incontrano una compagnia di attori in procinto di mettere in piedi la rappresentazione di un pezzo teatrale, ‘La favola del figlio cambiato’ dello stesso Pirandello. A raccontare la storia è la contessa Ilse che ossessionata continua a recitare questa storia, la sua storia. Tra gli scalognati conosce Cotrone che cerca in tutti i modi di trattenerla con loro, di farla recitare solo con loro, fuori dal mondo. Ma poi la svolta. Improvvisamente le propone di recitare davanti ai giganti. Ilse accetta senza esitazione. Crotone però sa che questa non è una vera alternativa, perché il suo mondo magico non è un reale soluzione al problema della contessa, così come non è una soluzione al teatro nella società industriale della macchina e del cinema sonoro. Se il teatro sfugge al suo confronto con la realtà materiale e si riduce all’immaginazione pura tradisce se stesso. Quindi in realtà quella della contessa non è una vera scelta. E la stessa cosa vale il teatro. La sua è una scelta obbligata. Crotone le chiede di smettere di fare teatro, ma l’unica possibilità sta nell’affrontare i problemi, le difficoltà le caratteristiche di quell’epoca e l’incontro con i giganti è davvero l’unica soluzione. Per quanto l’evento possa essere disastroso è l’unica garanzia per la sopravvivenza del teatro.

Postilla Dopo questo tortuoso ragionamento sulla trama arriva il finale inaspettato. Ilse va dai giganti. Rumori di ogni genere arrivano dal fondo della sala. Ilse viene fatta a pezzi e riportata via su un carretto dai suoi come era arrivata. Questa conclusione però, per quanto tragica, non indica la morte del teatro nella società di massa. Strehler, infatti, la rimetterà in scena in tre celebri edizioni in cui vi si sovrapporrà per dire che, come Orfeo lacerato dalla baccanti continua il suo canto dalla testa, così l’arte del teatro continua a vivere a lottare.

 

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