Ast, progetto scorie: tempi e primi dettagli

Terni, incontro tra azienda e sindacati. Ma mancano risposte sugli addetti che saranno impegnati. Intanto Tajani scrive a Juncker sui dazi

Condividi questo articolo su

La presentazione ufficiale è prevista il 9 aprile con una iniziativa che si svolgerà presso l’ambasciata finlandese a Roma, intanto giovedì pomeriggio il management di Ast ha incontrato le segreterie territoriali dei metalmeccanici e i coordinatori delle rsu per illustrare il progetto scorie che sarà realizzato da Tapojärvi Oy. L’ad Burelli, il capo del personale Villa e il direttore di stabilimento Calderini hanno illustrato i dettagli delle caratteristiche tecniche del progetto, ma mancano al momento elementi sul numero degli addetti che saranno coinvolti, così come su eventuali altre aziende che – stando alle voci che da tempo si rincorrono in fabbrica – potrebbero entrare in subappalto. Elementi quest’ultimi che – hanno evidenziato i manager – potrà essere Tapojärvi Oy a dare alle parti sindacali.

TUTTO SU AST

Investimenti e proiezioni

Quanto al progetto, prevede un investimento di 50 milioni di euro complessivi (di cui 9 in ricerca e sviluppo) ed il primo step entrerà in funzione nel settembre 2020: saranno trattate tutte le 300 mila tonnellate di scorie prodotte dall’acciaieria, con un recupero che si attesterà al 2% nel primo anno (6 mila tonnellate) e crescerà via via fino al 25% stimato – da contratto – nel quinto anno (75 mila tonnellate). Ast si occuperà della progettazione e realizzazione del capannone che ospiterà la nuova rampa scorie e i relativi impianti, procederà inoltre alla completa ristrutturazione e all’ammodernamento dei capannoni destinati al nuovo metal recovery, per un investimento stimato per l’azienda nei primi due anni di 12-15 milioni di euro. Tapojärvi Oy progetterà e realizzerà gli impianti di trattamento della scoria all’interno del nuovo capannone ed il nuovo metal recovery, fornirà inoltre tutti i mezzi destinati alla modernizzazione e al trasporto della scoria e del metallo recuperato.

I tempi

La presentazione della documentazione di progetto agli enti competenti verrà svolta entro giugno prossimo, l’ottenimento delle autorizzazione Aia e altre necessarie all’avvio del progetto a dicembre 2019, la costruzione di impianti e capannoni è prevista entro dicembre 2020, mentre lo startup a partire da settembre 2020 per il metal recovery e da gennaio 2021 per la rampa scoria. In virtù del progetto, inoltre, la vita residua della discarica si allungherà di circa 1,5 anni passando a 7,5 anni.

Le tecnologie e i benefici

Per quanto riguarda la rampa scorie il nuovo processo di raffreddamento delle scorie avverrà senza l’utilizzo di grandi quantità di acqua, con conseguente riduzione del rilascio dei metalli e dunque minimizzazione dell’impatto ambientale. È prevista infatti la costruzione di uno specifico capannone chiuso ed aspirato dove fare raffreddare le scorie, a differenza dell’area attuale provvista solo di una copertura superiore. Anche il metal recovery, che sarà spostato in capannoni già presenti in Ast e ristrutturati, vedrà realizzata l’attività di recupero in ambiente chiuso e aspirato, con l’eliminazione della polverosità e la riduzione del rumore.

Il pressing di Tajani

Intanto prosegue il pressing verso le istituzioni europee per sollecitare misure di salvaguardia a favore dell’acciaio europeo e dunque di Ast: a scrivere al presidente della commissione Jean-Claude Juncker è stato il presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani, che chiede di rivedere la lista di Paesi colpiti dalle misure ed evitare così ulteriori danni all’industria europea del settore causati dalle importazioni provenienti dall’Indonesia. Soddisfatto l’onorevole Raffaele Nevi (Forza Italia), secondo il quale «la lettera del presidente Tajani accende, finalmente, i riflettori su una vicenda che sta mettendo in ginocchio l’industria siderurgica del nostro Paese. Questa iniziativa – prosegue – è l’ennesima dimostrazione dell’attenzione del presidente dell’Europarlamento nei confronti dell’industria italiana, abbandonata di fatto dal governo gialloverde, in particolare per i produttori di acciaio inox come l’Ast di Terni. È impressionante l’assordante silenzio del ministro dell’industria su questa vicenda, che rischia di essere un colpo mortale alle nostre imprese».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli