Terni, Briccialdi: «Ancora tagli? Basta»

Il direttore, Gabriele Catalucci: «Trovo preoccupante che si possa generare una relazione tra il bitume e la possibile chiusura dell’unica facoltà universitaria autonoma a Terni»

Condividi questo articolo su

Gabriele Catalucci

Gabriele Catalucci

di Gabriele Catalucci
Direttore dell’Istituto musicale ‘Briccialdi’ di Terni

Chi mi conosce sa che nei sei anni del mio mandato mi sono strettamente attenuto al mio compito istituzionale e ho sempre evitato di commentare fatti e prese di posizione anche quando erano palesemente ostili all’Istituto. In questo senso ho potuto godere anche del conforto dei colleghi che in condizioni di estrema precarietà e in qualche caso, come dicevo, di aperta denigrazione sulla stampa del Conservatorio hanno continuato il loro lavoro che è riconosciuto unanimemente come eccellente e di cui anche questa sera, ne sono certo, avrete una buona prova.

Spero che mi comprenderete perciò mentre mi accingo ad abbandonare quello che è stato definito da più parti (e anche criticato da alcuni) il mio aplomb poiché comincio a temere che la moderazione stia dando adito a pensare che dell’Istituto si possa dire, ma soprattutto fare, qualsiasi cosa.

Ci sono occasioni nella vita di tutti noi che ci indignano particolarmente e costituiscono quella che si dice comunemente “la goccia che fa traboccare il vaso”.

Ho appreso dalla stampa di un emendamento – presentato da un gruppo di consiglieri di maggioranza – al bilancio di previsione del Comune di Terni: l’intento è quello di decurtare ulteriormente il trasferimento che il Comune di Terni assicura all’Istituto, per destinare fondi alla manutenzione stradale.

Il problema è che il taglio proposto si somma ad una diminuzione dei trasferimenti di un milione in due anni e se la progressiva diminuzione è, in certa misura, comprensibile viste le difficoltà in cui versa la finanza pubblica, non è più tollerabile l’accanimento sull’Istituto che nel momento più delicato della sua vita e ad un passo dalla statizzazione assicura la formazione e si fa carico della responsabilità del futuro di oltre trecento giovani.

Trovo inoltre preoccupante che, sia pure spinti da gravi necessità di bilancio, che io comprendo, si possa generare una relazione tra il bitume e la possibile chiusura dell’unica facoltà universitaria autonoma a Terni e spero che nessuno vorrà nascondersi dietro ovvie obiezioni sulla indubbia necessità del migliore decoro urbano possibile della città.

Voglio sperare dunque che il consiglio comunale, nella sua articolazione di maggioranza e opposizione, non approvi questa mozione che mette in ulteriore, serio pericolo l’esistenza del Conservatorio di Terni e mi permetto di rivolgere questo invito anche in considerazione del fatto che moltissimi consiglieri e, sembra, addirittura alcuni dei firmatari della mozione, hanno avuto benignamente modo di definirci pubblicamente “il fiore all’occhiello della città”.

Chiudendo alcune buche questi consiglieri rischiano però di aprire una voragine nel tessuto culturale di Terni; voragine che non riusciranno mai a colmare nel breve spazio del loro mandato, vanificando due secoli di attività e privando la città del suo Conservatorio che ad esempio né Rieti né Viterbo possono vantare e tenendo assolutamente in non cale l’appello che quattordicimila cittadini hanno rivolto a tutte le istituzioni della città affinché il Briccialdi venga sostenuto e potenziato.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli