Terni-Capo Nord: una pedalata ‘benefica’

L’impresa di Enrico Carrara per raccogliere fondi in favore della onlus ‘L’albero della vita’: «Percorso sportivo e di solidarietà»

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di S.F.

In bicicletta da Terni a Capo Nord. Cinque mila chilometri da pedalare, per passione, scopi benefici e per raccontare che il mondo è bello: Enrico Carrara è pronto per l’impresa ciclistica che lo accompagnerà fino alla punta settentrionale della Norvegia. Non una novità per lui, già protagonista nel 2014 di viaggi lungo il percorso dei pellegrinaggi – Canterbury, Santiago de Compostela, Assisi, Gerusalemme – maggiori.

Raccolta fondi e ‘La via dei 100 cieli’ C’è anche l’aspetto solidale legato al viaggio di Carrara. La raccolta fondi associata si chiuderà a settembre e i proventi andranno alla onlus ‘L’Albero della Vita’ impegnata nella realizzazione di un progetto legato alla creazione di una scuola di formazione denominato ‘Di-Battiamoci’. Inoltre tra tutti coloro che doneranno almeno 20 euro di iscrizione all’altra associazione che sostiene il viaggio, ‘Piccolaumbria’, verrà sorteggiato un premio speciale: la bicicletta con cui Carrara effettuerà il percorso verso Capo Nord. La pedalata rientra nel progetto ‘La via dei 100 cieli’, orientata alla riscoperta della bellezza e delle piccole cose.

La bicicletta che ‘accompagnerà’ Carrara

La bicicletta che ‘accompagnerà’ Carrara

Bellezza ed educazione Bresciano, ma umbro – vive a Nocera Umbra – d’adozione. Carrara spiega le motivazioni che lo hanno spinto a intraprendere il viaggio: «I chilometri totali saranno 5 mila credo. Perché? Per raccontare alla gente che il mondo è bello, bisogna solo riscoprirlo. Quando – prosegue – c’è un pezzo di carta per terra bisognerebbe raccoglierlo invece di aspettare che qualcuno lo raccolga: l‘educazione’ alla bellezza può contribuire alla società e alla città dove si vive. Con l’onlus ‘L’albero della vita’, che si occupa proprio di educazione, abbiamo deciso di fare un sorteggio ed entro il 20 settembre consegneremo la bicicletta».

GUARDA L’INTERVISTA A ENRICO CARRARA

EuroVelo e tragitto Carrara specifica che transiterà per l‘EuroVelo 13’ (pista ciclabile che fa parte della rete del programma europeo), il percorso della ‘cortina di ferro’, in riferimento al periodo della ‘Guerra fredda’: «Non ci sono tappe definite, viaggiando in bicicletta l’imprevisto è in agguato. Sostanzialmente attraverserò l’Italia, il confine tra Austria e Repubblica Ceca, Ungheria, Germania, Polonia, Lituania, Estonia, Lettonia, Russia, Finlandia e quindi in Norvegia per concludere a Capo Nord. Sto aspettando solo il visto per partire: dovrei terminare in 60 giorni, facendo circa 100 chilometri al giorno».

Sostegno all’infanzia e diritti La dott.ssa Laura Bartoletti ha partecipato al convegno in qualità di responsabile del progetto ‘Pianeta nuovo’ dell’onlus ‘L’alberto della vita’: «Un onore poter collaborare con l’impresa di Enrico. Il nostro obiettivo è mirato alla pratica del dibattito per l’educazione allo sviluppo nella scuola: vogliamo che diventi portavoce dei diritti di bambini e adolescenti. I ragazzi – approfondisce Bartoletti – devono allenarsi al confronto e imparare ad accettare e rispettare le diversità». Presente anche il presidente dell’associazione ‘Piccolaumbria’ Antonio Lemmi.

Percorso umanitario Il delegato provinciale del Coni, Stefano Lupi, ha sottolineato «che l’impresa non è solo sportiva, ma anche umanitaria e spirituale; ha un’importanza valenza di natura testimoniale visto che partirà da San Valentino, rappresenta una proiezione esterna della ‘ternanità’. Il fine del viaggio è recuperare un pizzico di rapporto con l’apporto circostante nel nome del nostro Patrono». L’assessore regionale allo sport Fabio Paparelli ha aggiunto poi che «lo sforzo di Enrico assume ancora più valore grazie all’appoggio delle associazioni di volontariato». Infine il presidente della Polisportiva Ternana, Maurizio Sciarrini: «A tutti piacerebbe avere tempo e spazio per fare questo tipo di iniziative. Mi ricorda – afferma scherzando – un po’ le gesta di Giovanni Soldini e Ambrogio Fogar. L’importante – conclude – è che sport e solidarietà vadano sempre a braccetto, come in questa circostanza».

 

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