Terni, ‘caso-crocifisso’: la Lega si fa autogol

Il referente ternano prima spara a zero e poi fa una clamorosa marcia indietro

Condividi questo articolo su

di Marco Torricelli

Il tono era perentorio: «Troppo in fretta qualcuno ha cercato di nascondere e minimizzare una vicenda che a noi appare piuttosto grave. Il fatto di trovarsi sotto elezioni regionali ha velocizzato l’insabbiamento di un episodio per molti ‘scomodo’, ma sul quale ci sono da dire ancora molte cose. Il riferimento è a quanto accaduto alla scuola media Benedetto Brin di Terni, dove una ragazzina di 12 anni è stata picchiata da un compagno di classe di origini senegalesi».

La Lega Emanuele Fiorini, referente della Lega Nord Terni, si diceva «preoccupato per l’accaduto e intenzionato a vederci chiaro», tanto che «ha voluto incontrare la madre della dodicenne ternana malmenata. Siamo venuti a conoscenza che la bimba è molto scossa per l’accaduto, al punto di avere paura di uscire di casa ed è terrorizzata dall’idea di tornare a scuola».

Il «pestaggio» Secondo Fiorini «il pestaggio (testuale; ndr), infatti, è stato solo l’ultimo di una serie di episodi di violenza che la ragazzina ha dovuto subire da parte del compagno senegalese il quale, in più occasioni, già segnalate alla scuola dai genitori della vittima, aveva preso di mira la compagna, insultandola e aggredendola. Qualcuno ha provato a farci credere che il ragazzino nordafricano non conoscesse l’italiano: ci risulta che più volte nei giorni precedenti l’aggressione della sua compagna di classe, si era rivolto a lei con insulti, in italiano, anche piuttosto pesanti».

La preside Ma il referente della Lega ne aveva anche per la preside: «Trovo ingiustificate e ingiustificabili – tuonava – le parole spese in ordine a questa vicenda da Vilma Toni, dirigente dell’Istituto scolastico in questione, la cui unica preoccupazione corre verso una presunta strumentalizzazione dei fatti e un tentavo di minimizzare l’episodio, facendolo passare per una banale lite fra coetanei. Non viene spesa una parola sull’atto di violenza grave che la 12enne ha dovuto subire. La violenza usata nei confronti di una bambina è cosa spregevole e lo è ancora di più quando è l’espressione di una arroganza, di una cattiveria tipica di chi pensa di comandare e di imporsi a casa degli altri, di imporre la propria cultura, di imporre la propria religione. Tutto ciò non può essere tollerato, tutto ciò deve finire».

La sentenza Chi, concludeva Emanuele Fiorini, «non accetta la cultura, la religione, le tradizioni del paese che lo ospita può solo fare una cosa: tornare a casa propria. E basta mettere a tacere la verità. Basta fare finta che non sia successo nulla. Anche in tempo di elezioni, il grido di paura di una 12enne non può essere ignorato». Insomma, la Lega aveva le idee chiare. Almeno per un po’

La retromarcia Perché poi, passate tre orette, il tono cambia: «Stiamo verificando nuovi elementi riguardanti la vicenda, raccogliendo testimonianze e svolgendo ulteriori accertamenti su quanto realmente accaduto (il presunto caso risale a venerdì 15, è passata una settimana; ndr), al fine di avere una visione più chiara e completa dell’episodio» e, insomma, l’invito era di «non tenere conto» di quanto scritto prima. Proprio come diceva Emanuele Fiorini, referente della Lega Nord, nella mattinata «Troppo in fretta qualcuno…eccetera». Ma tanto lunedì arriva Matteo Salvini.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli