Terni, caso Telecom: «Io l’avevo detto»

Marco Cecconi (FdI-An), dopo la sentenza del Tar avversa al Comune, parla di «incognite e ambiguità» che pesano su palazzo Spada

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di Marco Celestino Cecconi
Capogruppo di FdI-An al comune di Terni

Il ruolo della Cassandra non mi piace per niente. Avere titolo per ricordare che “io l’avevo detto” non mi dà nessuna soddisfazione. Ma, nel caso del contenzioso tra il Comune di Terni e la Telecom e della pretesa del Comune di incassare milioni di euro per la ‘faccenda Socrate’, non si trattava e non si tratta di fare il profeta di sventure. Si trattava e si tratta, semplicemente, di essere intellettualmente onesti.

Per questo – sia in sede di bilancio di previsione 2015 sia in sede di assestamento – ho parlato di entrate del tutto fittizie, ipotizzate giusto per fingere di chiudere in pareggio. Per questo, soprattutto, i Revisori dei Conti hanno esplicitamente diffidato l’Amministrazione dallo spendere il corrispondente importo, evidentemente anche da parte loro considerato alquanto aleatorio.

Vedremo in sede di consuntivo-2015 quali (brutte) sorprese ci riserverà questo ammanco annunciato. Nel frattempo, il 2015 si chiude con una reiterata certezza ed una incognita sempre più carica di molte ambiguità.

La certezza è che, con la sentenza di questi giorni del TAR a favore di Telecom e contro il Comune di Terni, la possibilità reale che Palazzo Spada incassi le cifre stratosferiche che l’Amministrazione-Di Girolamo aveva dato a bere – possibilità a mio avviso mai esistita sin da prima – diventa sempre più remota.

Le incognite e le ambiguità riguardano le ripercussioni politiche di questo ‘buco’, per il sindaco e la sua coalizione a cominciare dal PD: attaccati al tubo del gas, con una situazione debitoria insostenibile, tra rumors di rimpasti di giunta, maggioranza in frantumi, tutti contro tutti con tanto di assessore alla cultura in cima alla lista e con qualcuno (lo stesso Di Girolamo?) con una voglia matta di tirare il cappello per aria.

Un cappello che, per ora, è già stato impallinato quantomeno dal TAR e dalla Telecom.

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