«Nuovo inceneritore». L’assessore: «Falso»

Terni, l’annuncio di Thomas De Luca (M5S) e la replica di Emilio Giacchetti: «Impianto tecnologicamente avanzato, non si brucerà nulla»

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Emilio Giacchetti

Emilio Giacchetti

La sassata è arrivata proprio mentre l’assessore all’ambiente del Comune di Terni, Emilio Giacchetti, presentava la ‘due giorni’ dedicata alle tematiche ambientali in programma per venerdì a sabato: «Comune e Regione – ha denunciato il consigliere comunale Thomas De Luca (M5S) – hanno autorizzato un nuovo impianto, un reattore a pirolisi nell’area di Maratta bassa da 600 chilowatt termici. L’autorizzazione è stata rilasciata nelle scorse settimane nel più totale silenzio, senza alcuna informazione verso la cittadinanza».

Thomas De Luca

Thomas De Luca

L’impianto De Luca ha fatto sapere che «l’impianto, di proprietà della società Viterbo Energy Srl, avrà lo scopo di produrre ‘combustibile da materie plastiche’ attraverso una ‘degradazione termica del materiale organico’. La cosa più sorprendente è che l’iter autorizzativo è frutto di una voltura di una precedente autorizzazione rilasciata nel 2009 alla società Tecnocentro Eng. Srl, ex proprietaria dell’inceneritore Printer, attuale Terni Biomassa, per emissioni
atmosferiche».

«Miniinceneritore» Secondo il consigliere comunale del M5S si tratterebbe di «un vero e proprio mini­inceneritore autorizzato nel momento in cui Arpa Umbria, nella conferenza stampa della settimana scorsa, ha definitivamente espresso un parere incontrovertibile sul fatto che la conca non può permettersi alcun ulteriore carico inquinante, a fronte di una situazione disastrosa nascosta e negata per decenni. Per l’ennesima volta ci troviamo di fronte a scatole e scatolette cinesi, concatenazioni societarie che portano direttamente a politici ed ex politici dei partiti di governo della città».

L’assessore Emilio Giacchetti, informato della cosa dai cronisti presenti alla conferenza stampa, nella quale stava parlando, tra l’altro, di «nuova forma di coordinamento tra tutti i soggetti istituzionali che si occupano di tematiche legate all’ambiente, visto che uno dei problemi che abbiamo riscontrato è stato quello relativo alla mancanza di coordinamento», ha alzato gli occhi al cielo: «Datemi il tempo di fare una verifica e poi avrete la versione di palazzo Spada».

«Autorizzazione vecchia» Ed eccola, la versione: «Nello spulciare il protocollo del Comune – dice Giacchetti – senza capire quello che si legge può capitare di incorrere in grave errori, sempre che ci sia buona fede. Da qualche rappresentante del M5S arriva l’allarme di un nuovo inceneritore a Terni, nella zona di Maratta. La verità unica e incontrovertibile è che il nuovo impianto non ha nulla a che vedere con l’incenerimento. Innanzitutto è improprio persino di parlare di un nuovo impianto in quanto si tratta di una struttura autorizzata di fatto nel 2009 e in queste settimane si è proceduto a rilasciare l’autorizzazione a seguito di una voltura del 2015. Si tratta di un impianto che utilizza un processo di pirolisi che non prevede alcuna termocombustione e per questo non necessità di un’Aia ma di una più snella procedura, prevista dal legislatore nazionale e denominata Aua (Autorizzazione Unica Ambientale). La sua fase istruttoria, per gli aspetti tecnico-ambientali, fa capo alla Regione dell’Umbria, al Comune spettano le questioni relative al manufatto edilizio e all’impatto acustico».

«Impianto corretto» Quell’impianto, dice l’assessore all’ambiente «è tecnologicamente avanzato ed ecologicamente corretto, in quanto punta a recuperare materiale che altrimenti finirebbe, in questo caso sì, incenerito o in discarica. Il processo autorizzato prevede che da plastiche certificate, non rifiuti dunque, si ricavi attraverso la scissione, olio combustibile e syngas. Quest’ultimo, in quanto simile, viene utilizzato con il gas metano per alimentare l’impianto autorizzato che sostanzialmente, a livello di combustione, ha un impatto ambientale paragonabile all’impianto termico di un condominio. Per quanto riguarda le emissioni in aria complessive, dunque, queste non hanno nulla a che vedere con l’incenerimento, la termodistruzione o altri procedimenti per distruggere rifiuti. Se prendiamo a riferimento il nuovo impianto con uno di incenerimento di quelli già esistenti, le emissioni, che comunque non possono essere assolutamente confrontate per qualità, in termini di mera portata sono pari 1 a 20 nel caso di Aria Spa. Sostenere il contrario vuol dire solo alimentare quella cultura dell’allarmismo, della strumentalizzazione a tutti i costi, che non serve ad affrontare i veri problemi ambientali».

 

 

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