Terni: «Centro destra, manca visione corale»

Si sviluppa il dibattito dopo il ‘corsivo’ di Walter Patalocco su umbriaOn. Interviene Luca Proietti Scorsoni (Forza Italia)

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di M.T.

Il ‘corsivo’ di mercoledì scorso, nel quale Walter Patalocco ha affrontato il tema della politica e del modo di interpretarla da parte delle forze di opposizione a Terni, sta dando origine a quel dibattito che, sinceramente, mi auguravo ne scaturisse. Dopo le considerazioni di Marco Celestino Cecconi (FdI-An) ecco quelle di Luca Proietti scorsoni, di Forza Italia, in forma di lettera indirizzata direttamente all’autore del corsivo.

di Luca Proietti Scorsoni
Membro della segreteria comunale di Forza Italia Terni
e responsabile della comunicazione

Gentile Walter Patalocco,
inizio tale missiva porgendole i miei personali ringraziamenti. Ed il perché è presto detto, oltre che facilmente intuibile. Grazie al suo corsivo, riguardante i destini dell’opposizione ternana, non solo è riuscito ad affrontare degnamente un tema molto delicato, specie in questa particolare fase culturale e sociale della città, ma ha permesso anche l’avvio di un dibattito che mi auguro possa assumere i connotati di un ragionamento collettivo e di ampio respiro sulla Destra locale e non solo.

Chissà, magari potremmo fissare alcuni concetti e tentar di scorgere almeno uno squarcio di luce in fondo al tunnel.

Nonostante – o magari proprio in quanto – la sua collocazione politica è distante dalla mia reputo il suo contributo decisamente stimolante. In primo luogo perché non viziato da alcuna faziosità preconcetta e poi in quanto la sua penna ha toccato corde assai dolenti. Dolenti per me, per l’opposizione, per la Destra. Per Forza Italia.

Anche se, giunti a leggere fino a questo punto, alcuni potrebbero storcere il naso nel vedere accostato il nome del mio movimento a quella che io considero una categoria dello spirito piuttosto che un mero contenitore partitico. Ma tant’è.

Vede, Patalocco, chi le scrive era poco più che imberbe ai tempi di Ciaurro. Eppure, a distanza di anni, ogni volta che un protagonista dell’epoca mi rende l’onore di condividere un qualche aneddoto di quell’avventura, umana ancor prima che politica, non mi risulta difficile percepire l’importanza del progetto che fu, di sentire quasi fisicamente l’impronta plastica che il Professore impresse sul tessuto civile ed economico della mia città.

Insomma, se perfino lei ha sentito la necessità di vergare delle righe in ricordo di quella parentesi temporale un motivo ci sarà. Affrontare in maniera minuziosa le dinamiche di cambiamento che hanno travolto o coinvolto Terni, da un ventennio a questa parte, mi porterebbe via troppo tempo.

Di certo, nella mia area partitica, vi è stata indubbiamente una narrazione che, durante il suo dipanarsi nelle varie fasi politiche che hanno caratterizzato Terni, pian piano si è sfilacciata, ha perso smalto e vigore. In pratica ci siamo trovati con un racconto dove la trama era assente ed il protagonista latitante. Le colpe, direbbe Pirandello, sono di uno, nessuno e centomila.

Voglio dire: nulla da obiettare sulle tattiche consiliari dei nostri rappresentanti, anzi: chapeau! Parimenti vi sono delle intuizioni propositive davvero valide. Il problema sta, se così si può dire, a monte: in sostanza manca una visione corale, un sogno, uno slancio onirico che funga da collante tra le differenti sensibilità liberali e conservatrici annidiate nella nostra porzione di mondo.

Al pari di Ciaurro dovremmo coagularci attorno ad un disegno di stampo fusionista, ovvero una costruzione unitaria nella quale Forza Italia e le altre compagini assolvano un ruolo funzionale ed essenziale. La grande lezione di Ciaurro è stata quella di riversare in ambito politico il concetto di “sinergia industriale”. Ovvero fare in modo che l’unione delle forze abbia un peso maggiore rispetto alla semplice sommatoria delle singole sigle. Per quel che mi compete tenterò di completare questo disegno lasciato a metà. Cordialmente.

 

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