Terni, Comune multato e l’opposizione attacca

Una condanna a pagare 450 mila euro e Enrico Meleseche (IlT) fa il diavolo a quattro

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Si parla di bilancio comunale e, nelle more, vengono fuori storie ‘curiose’. Oggetto del contendere, stavolta, sono i 450 mila euro che il Comune di Terni «fra sorte, danni e spese giudiziarie, è stato condannato a pagare, dalla corte di appello di Perugia», in seguito ad un ricorso di un imprenditore – Siro Picchio – a cui era stata affidata un’area Paip. Ma, forse, non c’è solo quello.

Area sì, area no Perché nel portare all’attenzione questa storia, anche con un atto di indirizzo in consiglio comunale, il consigliere di ‘I Love Terni’, Enrico Melasecche, tira fuori tutta una serie di vicende collegate. Tipo che «l’allora assessore all’urbanistica e Paip, Feliciano Polli, predispose l’assegnazione dell’area, commercialmente pregiatissima, a Siro Picchio in deroga al regolamento Paip e che allo stesso ‘imprenditore era stata già assegnata quella adiacente, in cui erano state insediate su ben due piani attività commerciali e servizi (palestra, sportello bancario e altro)».

Gli ‘olandesi’ Ma soprattutto, pare di capire, «che il tutto avvenne in ragione di un progetto presentato da un procuratore legale per conto di quell’immobiliarista, il quale presentò una sorta di progetto in cui una fantomatica multinazionale delle assicurazioni olandese, con la giustificazione che tale assegnazione avrebbe portato all’assunzione di un numero elevato di dipendenti, con un calcolo del tutto inattendibile pur di forzare quella manovra» e che, dice Enrico Melasecche, «tale professionista, nelle successive fasi della politica locale, è stato poi chiamato dallo stesso assessore Polli, una volta questi eletto presidente della Provincia di Terni, a ricoprire la posizione ben retribuita di capo ufficio di gabinetto, con incarichi ulteriori ed ulteriori riconoscimenti economici, sancendo evidentemente un rapporto di grande fiducia e collaborazione».

La richiesta Melasecche, ricordata la storia, chiede al sindaco di adoperarsi per «impedire che un solo euro (dei 450 mila da pagare; ndr) di quella somma possa gravare sulle finanze già disastrate del Comune di Terni ma, individuati i responsabili, politici e non, di quelle decisioni e di quegli atti, vengano chiamati a rispondere di quelle scelte gravi quanto irregolari almeno per quanto concerne
le spese processuali ed i danni causati alle casse pubbliche», ma anche, sollevando nuovi ed nquietanti interrogativi, di «evitare la decisione che risulta dai documenti allegati al bilancio che tale area, commercialmente pregiatissima, venga assegnata all’Asm quale deposito o movimentazione rifiuti, penalizzando gravemente tutti gli operatori della zona».

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